Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 5 giugno 2025
Quel dì scesi più in giù fino alla cascata. Quei di Sulzena chiamano così impropriamente una specie di rapida che termina in una cateratta dove lo Strona si perde per ricomparire due miglia più in l
Non si udiva alcuno strepito che annunziasse la carrozza. Ma è meglio che tu vada a vedere, Tullio. Uscii dalla stanza: scesi le scale. Vacillavo un poco; avevo una nebbia su gli occhi; mi sembrava che un vapore mi s'involasse dal cervello. Per la piccola porta laterale del muro di cinta, chiamai Calisto che aveva la sua abitazione l
Si fermò il legno a non breve distanza, e si udì la voce chiara e tranquilla del Martini, che gridò: «Venezia,» e fu risposto «Venezia,» e gli uni e gli altri si corsero incontro, mentre il bravo Martini diceva al Generale: «Siamo nelle braccia agli amici» e scesi tutti a terra, e scambiati i saluti coi patriotti di Massa, il piccolo drappello si diresse a piedi fin presso le Malenotti, ove il Martini accomiatandosi con un saluto dai massetani, e con auguri ed abbracciamenti dai cari esuli, riprese col suo legno la via del Morbo.
Erano arrivati a Torino di sera e avevano preso alloggia all'Hôtel d'Europa, e subito erano scesi, tutti insieme, nella sala da pranzo. La sala a specchi, ad arazzi e a fregi dorati era illuminata con tre grandi lumiere cariche di globetti, di gocciole, di pestellini di cristallo sfaccettati.
A poco a poco non potè più riuscire a nascondermelo; me lo diceva francamente: l'affetto che io accordava ad Eugenio era rubato al nostro amore. Mi rimproverava di non amarla più come prima, di trascurarla come un tempo non avrei fatto. Fui così sorpreso di questa rivelazione, che per un istante ne rimasi afflitto, e scesi dentro di me ad interrogarvi il mio cuore.
« Fu allora che mi nacque un sospetto; perdonami, Fulvia; ti amavo... E presi anch'io una carrozza di piazza, e seguii quella che ti conduceva. E scesi allo stesso albergo, e presi la camera accanto alla tua; e traverso la porta ti ho vegliata sempre. Ho vedute le tue impazienze, le tue lagrime. Ho udita la tua conversazione con Giorgio, e la terribile confessione del tuo amore per Guiscardi. T'ho veduta con lui... Ho sofferto, Fulvia; ho molto sofferto. Ma partii di l
Eravamo scesi gi
Intanto l'anno 1848 finiva, per la causa liberale, in Italia e fuori d'Italia, in modo ben diverso da quello in cui era cominciato. La discordia aveva pazzamente agitato la sua face nel campo di coloro che parevano scesi a combattere sotto la stessa bandiera.
«Ed intanto poteva essere che la lettera ci fosse laggiù nella tavola, e che nessuno pensasse a portarla. Mio Dio! come farli ricordare di me? Ah! uscirò. «Detto fatto. Misi cappello e cappotto e scesi le scale lentamente, senza sapere dove andassi. Nel passare dinanzi all'ufficio sentii gridarmi: « Signora, scusi; una lettera per lei. «Ebbi un sussulto che mi scosse dalla testa ai piedi.
Cesare e le due donne eran giunti in riva al mare, convulso per il soffio poderoso del vento, e tutto bianco; eran scesi dalla strada sulle rocce più eminenti, arrampicandosi dove le onde non potevano arrivare. Ascoltavano così il rimbombo sordo dell'acqua contro le cavit
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca