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Aggiornato: 18 giugno 2025


Poi che ognhor, quando al proprio ben, sto intento Mi sturbi: resta, e spargi il fiato al vento. Ch. Eh non voler partirte per men male che tu saresti causa de mia morte. Ru. Et io ti vo' fugir, furia infernale Uscita fuor, di le Clutonee porte. Ch. Eh car conforto de mia vita frale: Habbi piet

Vanardi, commosso da tanta virtù di sommessa rassegnazione, stette un poco a guardarla, e poi le si fece presso ed abbracciatala alle spalle, la baciò amorosamente sulla fronte. La giovane donna arrossì tutta dal piacere. Ah! come saresti buona, disse Antonio, se tu non fossi così spesso cattiva. Io sono cattiva! esclamò la moglie levando su vivamente il capo. Sei tu che...

Qualche giorno dopo, il dottore invitava Regina ad un ballo dal ministro della marina. Regina esitò. Come? sclamò il dottore saresti di gi

Ah! tu sei un gran prepotente; esclamai. Ma che? volevi che per una scioccheria simile lasciassi andar te sul terreno? E ci saresti andato tu? Certamente; se non si fosse potuto farne di meno. Lasciando supporre Dio sa quali ragioni?... ripigliai. E che ne avrebbe detto Galatea? Che Galatea? Perdonami; ho ancora il cervello intronato da una delle tue bastonate. Ed io niente, assassino?

Hai detto di ! esclamò Lalla ridendo di uno starnuto della cagnolina, che veniva a proposito come un'affermazione. Saresti capace di farmi piangere un giorno, quando non potrò più volerti bene, perchè dovrò sposare un signore, più bello di te!... Indietro, subito; che non voglio baci! Vergognatevi!

Tuttavia si mostrò lieta, e sonò, perchè avvertissero subito la Giulia. Il Vharè era proprio spacciato. Sicuro; vengo da Viareggio... vengo. Ho per te e si rivolse a Lalla i saluti della Raimondi, della Rescalvi e della Vigofanti; sicuro. sperava che saresti venuta a Viareggio, ma... , , , guarda chi vedo! Il nostro caro marchese!... A Borghignano, voi?!... Ma, come mai?... Eh! Eh!

DON IGNAZIO. Talché noi abbiamo gentilmente burlato il fratello, il quale si pensava burlar me. SIMBOLO. Se non era il mio consiglio, ti saresti trovato in un gran garbuglio. AVANZINO. Padrone, datemi la mancia, ché me l'ho guadagnata davero. DON IGNAZIO. E di che cosa? AVANZINO. Non la dico, se prima non me la prometteti. DON IGNAZIO. Ti prometto quanto saprai tu dimandarmi.

"Come sai ch'io sono matta?" domandò Alice. "Tu devi esserla," disse il Gatto, "altrimenti non saresti venuta quì." Non parve una ragione sufficiente ad Alice, ma pure continuò: "oh come sai che tu sei matto?" "Per cominciare," disse il Gatto, "un cane non è matto. Ne convieni?" "Lo suppongo," rispose Alice.

Diciamo alla madre del giovane studente: Perchè t'affanni per il tuo figliuolo, come se la via per cui s'è messo con noi fosse la via della perdizione? Se tu gli leggessi dentro all'animo, saresti lieta e altera del tesoro ch'egli vi chiude. Il sentimento che lo muove è quello stesso che spinge te a metter l'obolo della carit

Elenka!... Elenka!... balbettò l'arabo. Saresti capace tu di dimenticarla per Fathma? Non parlare d'Elenka, Notis, disse l'arabo sordamente. Il greco fece tre passi indietro e alzò la mano verso di lui. Abd-el-Kerim! disse egli gravemente. Sta in guardia!... Notis!... Sta in guardia! È l'ultima mia parola!

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