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Aggiornato: 19 maggio 2025


Due giorni dopo la battaglia essendo giunto l'avviso che i Grigioni avevano preso Sorico, e s'avanzavano dalle Pievi verso Dongo per cingere d'assedio il Castello, e vedendosi ad un tempo apparire alle alture di Varenna la flotta Ducale che veleggiava essa pure verso Musso, Gian Giacomo Medici, conoscendo di non aver forza bastante per opporsi all'aperto ad entrambe quelle armate nemiche, fece incendiare l'arsenale con tutte le barche, e con sommo dolore anche il proprio famoso Brigantino; radunò nel Castello tutti gli uomini d'armi che gli rimanevano, v'invitò i terrazzani de' paesi vicini atti alla difesa, e fattevi entrare le donne che a lui od a' suoi Capitani appartenevano, inchiodati e appuntellati i portoni, calate le saracinesche e muniti di spesse artiglierie i baluardi, attese il nemico.

Dopo alcuni momenti di zuffa bestiale, in che combatterono perfino co' morsi, smarrita la lena, lanciarono quelle armi, che erano loro rimaste, per aria, e chiesero quartiere: se giungesse amara la vista a quelli che stavano fuori della saracinesca, sel pensi chi legge; vi fu un Barone che giunse a tanto acciecamento, che internò la mano armata di scure nelle fessure, pensando di poter ferire nella zuffa che si combatteva a venti e più passi di distanza da lui; un fendente calato da Giordano Lancia, che gli recise il braccio alla giuntura del gomito, gl'insegnò a non introdurlo mai più nelle fessure delle saracinesche, e la Cronaca ricorda che ne facesse senno pel séguito.

In Armenia poi i Veneziani, per privilegi ottenuti fino dal secolo XIII, lavoravano i dirrhem ed altre saracinesche monete di un gran pregio nella Persia. Essi associaronsi inoltre agli Armeni ed ai Persiani nella fabbricazione dei cammellotti, e finalmente goderono franchigia per le mercanzie che tratte da Tauris e dalla Persia, attraversavano l'Armenia.

Il castello cupo, con le sue torri massiccie e colossali, le sue mura nere e gigantesche, interrotte da poche finestre gotiche irregolari, con i suoi fossati, con le sue saracinesche, con le sue prigioni sotterranee, produce non solo un'impressione di tristezza, ma anche sinistra. Nel complesso, il castello è un brutto edificio, un misto di fortezza e di convento, di palazzo e di prigione, fabbricato senza piano, senza disegno: una specie di laberinto. Sebbene la mole abbia una certa imponenza, questa fortezza papale in Francia, isolata da tutta quanta la storia del papato, senza veruna connessione con tutti gli altri monumenti del paese, offre un carattere di casualit

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