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Aggiornato: 18 maggio 2025


L’antico sangue e l’opere leggiadre d’i miei maggior mi fer arrogante, che, non pensando a la comune madre, ogn’ uomo ebbi in despetto tanto avante, ch’io ne mori’, come i Sanesi sanno, e sallo in Campagnatico ogne fante. Io sono Omberto; e non pur a me danno superbia fa, ché tutti miei consorti ha ella tratti seco nel malanno.

L'antico sangue e l'opere leggiadre d'i miei maggior mi fer si` arrogante, che, non pensando a la comune madre, ogn'uomo ebbi in despetto tanto avante, ch'io ne mori', come i Sanesi sanno e sallo in Campagnatico ogne fante. Io sono Omberto; e non pur a me danno superbia fa, che' tutti miei consorti ha ella tratti seco nel malanno.

Perchè la sconfitta ch'ebbono da' Sanesi anticamente i Fiorentini a Monte Aperti, fu più per valore degli Uberti che d'altri loro usciti, però contra a loro cotal contumacia si tiene; per la quale sconfitta ad uno fiumicello della detta contrada, nominato Arbia, per lo sangue si vole dire che l'acqua in rosso colore si turbasse, dietro alla quale vittoria tra certi grandi caporali ragionandosi di levare via Firenze del suo propio sito e di farne altrove più parti, per lo detto Messer Farinata finalmente ciò fare si distolse, e questo è quello che qui nel suo ragionamento di ciò si contiene.

Qui dell'altro, cioè di Capocchio, così si ragiona, il quale per eccellente operazione d'alchimia finalmente in Siena fu arso, per cui qui così della vita di Sanesi così si risponde, e spezialmente di quella d'alcun suo cavaliere, nominato Messer Niccolò Bonsignori, per lo garofano che in mano a un donzello dal cominciamento del desinare o della cena alla fine, mangiandosi poi, innanzi tenere lo facea, lo quale costume di Francia con seco in Siena produsse.

Nella sua raccolta di romanzi contemporanei italiani, l’editore Brockhaus accoglie, per la seconda volta, l’opera d’un pistoiese. La scelta non è fatta a caso. Come la Montagna Pistoiese è forse, con la Montagna sanese, il luogo d’Italia ove si parla più schietta, più viva, più poetica la nostra favella, così è lecito supporre che i più efficaci scrittori di questa favella abbiano a ritrovarsi fra pistoiesi e sanesi. Giuseppe Tigri è nato in Pistoia nel 1806; solo nacque in Pistoia, ma vi si educò giovinetto, v’insegnò lettere, finch’ei venne dal governo italiano nominato ispettore delle scuole elementari per la sua provincia nativa. E alla sua citt

Qui alcuna ricordanza si fa della sconfitta che i Fiorentini, anticamente, da' Sanesi ricevettero a monte Aperti, reducendosi la colpa a un cavaliere degli Abati di Firenze, nominato Messer Bocca, il quale, essendo nella fiorentina ischiera per determinato tradimento, con una ispada a colui che la loro insegnia tenea la man dal braccio ricise; onde il processo della sconfitta seguio. Per lo quale così d'alquanti della sua qualit

Ma perché sappi chi ti seconda contra i Sanesi, aguzza ver’ me l’occhio, che la faccia mia ben ti risponda: vedrai ch’io son l’ombra di Capocchio, che falsai li metalli con l’alchìmia; e te dee ricordar, se ben t’adocchio, com’ io fui di natura buona scimia». Inferno · Canto XXX Nel tempo che Iunone era crucciata per Semelè contra ’l sangue tebano, come mostrò una e altra fïata,

Cotesti vanno al «Rampino». Ma che bisogna piú cose? Non c'è persona che vada a torno che non alloggi a questa insegna. Dai sanesi in fuora, che, per esser quasi una cosa medesma coi modanesi, non giongan prima in questa terra che truovan cento amici che se gli menano a casa loro, signori e gran maestri, poveri e ricchi, soldati e buon compagni, tutti corrono al «Matto».

L’antico sangue e l’opere leggiadre d’i miei maggior mi fer arrogante, che, non pensando a la comune madre, ogn’ uomo ebbi in despetto tanto avante, ch’io ne mori’, come i Sanesi sanno, e sallo in Campagnatico ogne fante. Io sono Omberto; e non pur a me danno superbia fa, ché tutti miei consorti ha ella tratti seco nel malanno.

Di a pochi giorni venn'egli dubitando che quei gentiluomini sanesi, che sono molto amici del dritto e del ragionevole e molto affezionati a questa nazione e sopra tutto uomini da bene, non glie lo tollesseno e liberasseno. Lo cavò di Siena e mandò a un castel del signor di Piombino; e per usque millies ci fece scrivere per mille ducati di taglia che gli avea posto. VIRGINIO. Figliuol mio!

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