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Aggiornato: 29 maggio 2025


Egli è Marco, il servo di confidenza del conte Sampieri e siccome avvi una misteriosa simpatia che lega fra loro i buoni quanto gli uomini cattivi, così Marco ama svisceratamente il suo padrone e n'è da lui riamato.

Era mio padre! interruppe il giovane. Il vecchio lo fissò con uno sguardo lungo, tenero, affettuoso e continuò: Aveva un fratello per nome Alberto. Mio zio! Che fu la ruina di quella povera famiglia. Pur troppo. , perchè un giorno questo Alberto Sampieri giovine depravato e senza costumi assassinò un ufficiale tedesco nelle vicinanze del suo castello di Magenta.

Lo conoscete voi forse? domandò il giovine. Gervaso rientrato in stesso parve riflettere profondamente; scosse la testa in segno di dubbio e mormorò: È impossibile, è impossibile. Indi dopo un istante di silenzio, visibilmente commosso aggiunse rivolgendosi a Flavio. Ho conosciuto diciott'anni or sono un conte Renato Sampieri che abitava sul corso di Porta Tosa...

Va adagio, brutto segno, congetturò Marco accendendo un lume. Infatti poco dopo entrò il conte Sampieri e girando attorno uno sguardo bieco senza neppur curarsi degli ossequiosi inchini dei suoi servi s'internò negli appartamenti. Marco lo seguì. Arrivato il conte nel suo salotto si gettò senza profferire parola sur una sedia ed appoggiati i gomiti alle ginocchia si nascose il volto nelle mani.

Il conte Renato Sampieri era un uomo in sui cinquant'anni grande e bello nella persona. Stava seduto al tavolino cogli occhi fissi sul biglietto consegnatoli dal servo; vi si leggeva in volto un turbamento mal dissimulalo ed una grande sorpresa.

E se vi dicessi che il vero conte Renato Sampieri bandito in esilio nel 1778 colla moglie ed un bambino morì a Barcellona in Ispagna un anno dopo e che io tengo il certificato autentico della sua morte?

Ora che so di non aver più padre, ch'io possa almeno trovare in voi mio unico parente quel tesoro di gioje che sono gli affetti domestici. Gervaso gli stese cordialmente la mano. Il giorno dopo tutti i giornali di Milano narravano come una sincope avesse freddato il conte Renato Sampieri nella sua villa di Melzo.

Sentite, rispose il conte senza perdere la sua calma, se Alberto Sampieri credesse di farmi rinunciare spontaneamente a quello che ho raggiunto con tante fatiche e pericoli, s'inganna. Io non so qual sia poi il suo scopo. Forse quello di trar profitto dalla mia rovina? Non lo credo, perchè gli è in fondo ad una carcere che dovr

Ritornato a casa Maddalena gli si fece incontro e lo interrogò con uno sguardo; la povera donna credendo che si fosse recato dal conte Sampieri solo per indurlo al matrimonio di Flavio con Erminia, comprendendo quanta difficile fosse quella missione, non osava aprir bocca per tema d'un'amara delusione.

E Gervaso si piantò diritto davanti al conte, calmo, freddo, imponente. Infine cosa volete da me? proruppe il conte alquanto sconcertato. Farvi una sola domanda. Sentiamo. È veramente al conte Renato Sampieri ch'io parlo in questo istante? Disgraziato! sclamò il conte arrossendo d'ira e girando attorno gli occhi quasi per accertarsi che nessuno aveva udito quella inchiesta.

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