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Aggiornato: 26 ottobre 2025


Ottobre, 25. Un giorno in Roma, nel 1849, mentr'io era ancora semplice rappresentante del popolo e senza parte nella suprema direzione delle cose, saliva a vedermi un giovane ufficiale napoletano. Era Carlo Pisacane. Mi si presentava senza commendatizie; m'era ignoto di nome e, bench'io ricordassi di averlo alla sfuggita veduto un anno prima fra quel turbinìo d'esuli che la dedizione regia rovesciava da Milano e da tutti i punti di Lombardia sul Canton Ticino, io non sapeva gli studî teorici e pratici, la ferita di palla austriaca che lo aveva tenuto per trenta giorni inchiodato in un letto, i principî politici serbati inconcussi attraverso l'esilio e la povert

Egli l'attrasse bruscamente al petto, le suggellò la bocca con la bocca dandole un bacio così lungo, che pareva, volesse beverne la vita, l'anima, il sangue; sentì che Loredana s'inclinava a poco a poco, si rovesciava indietro, e assecondò il movimento senza staccar la bocca dalla bocca agognata, e l'adagiò sul divano ampio.

Quel che avevo udito mi sembrava enorme; rovesciava ogni mia convinzione, ogni mia esperienza psicologica; e intanto colui che seguitava a farmi la incredibile rivelazione parlava con calma, come chi ragiona di cose affatto naturali per lui, pur accorgendosi che non debbano possano apparir tali anche agli occhi degli altri.

Il Richard dormiva fuori, coi cavalli, ma la mattina veniva a casa, per buttarsi qualche altra ora sul letto, e poi lavarsi e far colazione. Appena essa vide entrare Giacomino, l'amico del cuore, e mentre passava dallo specchio, dinanzi al quale si pettinava, al caminetto dove scaldava il caffè, rovesciava un sacco d'improperi, nel suo linguaggio internazionale, sul capo dell'antico protettore.

Da quelle stalle, per far parlare di , di tanto in tanto Barnum lasciava scappare qualche elefante che scorrazzava per i campi circostanti e rovesciava parecchie siepi, affinchè non languisse la cronaca dei giornali locali.

Un tempo era il ghetto, quando ancora esisteva, che una volta la settimana, il mercoledì, rovesciava al sole, sulla piazza della Cancelleria, traendoli dai fondachi saturi di muffa e sudiciume, tutti i rifiuti, tutti gli avanzi, tutti i rimasugli della capitale cristiana.

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