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Aggiornato: 14 giugno 2025
E se dobbiamo esser sinceri, quegli a cui spettava anzitutto quest'ufficio delicato era il gastaldo, zio della Rosetta, volpe vecchia, il quale lasciava correre, sia che si fidasse della furberia della nipote, sia che non volesse disgustare il giovane conte, e in ogni evento, sperasse di tirar l'acqua al suo molino. L'ultimo rifugio della contessa Zanze era don Luigi.
Vispa, civettuola, la Rosetta sapeva di piacere e si divertiva a lasciarsi corteggiare, per rider dei gonzi, diceva lei, giacchè non era così grulla da innamorarsi a spese della salute e del buon umore, e in quanto al prender marito non c'era furia, chè un marito è un tiranno e nient'altro. A ogni modo, di mariti c'era abbondanza; bastava volere.
Bei ministri di Dio! borbottava la contessa Zanze riferendo al marito questi colloqui. Bei ministri del Vangelo! Si lavano le mani come Ponzio Pilato. E perchè non ve le lavate anche voi le mani? rimbeccava il conte Luca. Siete un ministro di Dio, voi! Andate proprio a cercarli col lumicino i fastidi? Che può importarvi di ciò che passa tra Leonardo e la Rosetta?
Una volta, a Belvedere, disponendo il cannocchiale per te, e anche qui, il giorno della rosetta cara, ho sentito l'odore lieve dei tuoi capelli. Somiglia a questo. Mi piace anche il dolce nome sweetbriar, mi fa venir in mente il tuo verde paese in mezzo al mare.
Il conte Corrado si potea scorgere da lontano, con la sua cappa di velluto verde scuro foderata di saio e il berretto sormontato da una piuma bianca, fermata da una rosetta di smeraldi. A’ fianchi suoi si notavano inoltre cinque o sei gentiluomini, assai bene in arnese, che stavano, com’egli, aspettando i nuovi venuti.
Sedetti sopra un banco delle Anlagen, trassi, palpitando, dal portafogli la busta dov'erano i petali della rosetta e immaginai alcuni versi da offrire a Violet. Finivano così: Or nel mio amore v'ha un profumo santo, Una dolcezza tenera e nascosa; In quella sera ch'ella soffrì tanto L'hai perso tu, mia poveretta rosa.
Per altro, allorchè Beppe Gualdi, il figlio dell'oste, finita la ferma militare, tornò in paese e s'attaccò subito ai panni della ragazza, si cominciò a susurrare nei crocchi che, se la Rosetta aveva giudizio, lo sposo era bell'e accalappiato, perchè Beppe non era uomo da perdersi in galanterie senza costrutto e aveva gi
Che Beppe piantasse la Rosetta era troppo giusto, ma in quanto al contino era meglio non occuparsene. Però questi consigli non ebbero presa sull'animo risoluto del giovane. E poichè nessuno volle venire con lui, egli solo, poco prima dell'ora fissata pel ritrovo dei due amanti, s'introdusse per una siepe nella villa Bollati, e si appiattò in una macchia di lauri a pochi passi dal chiosco.
Parola Del Giorno
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