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Rammento il torrente bianco che rompeva sui capi degli scogli, rimbalzando con pioggia sulle punte più alte, e il suo travolgersi, l'urtarsi, il frangersi, il ritornare tumescente, e le mille ondine, le cascatalle, le crespe: rammento il rombare dell'onda, poi il flagellare guazzoso, i mille gorgogli e i mille sospiri gravissimi: rammento i begli occhi iridei della spuma, che scoppiavano come tanti occhi di fantasime....

Attacca, attacca forte! Certo, si sentivano rombare i motori nostri e lo spavento di non essere in tempo affannava il ragazzino che con tutta la forza delle mani deboli stringeva i nodi. «Suona, suona, suona, per la Madonnagridavano sotto l'albero. E il ragazzino non riusciva, si disperava, quasi piangeva.

E quando l'aria prese a rombare dintorno d'uno stridore di penne percosse, e torme di avvoltoi comparvero da occidente e da oriente, la Francia levò le ciglia un poco in su, e disse loro: «Uccelli di rapina dal becco acuto e dagli artigli taglienti, io ho ferito questo Popolo di ferita fraterna: non bastava togliergli il sangue, io l'ho privato della speranza: l'ho ricinto di due catene, e l'ho ricacciato nella tomba: quando lo lascerò ne suggellerò il coperchio co' sette sigilli della Repubblica, come il libro dell'Apocalisse . Così confondendo cose, affetti, e sembianza di cose, il dubbio uccide l'anima, e l'uomo perde non solo la potenza, ma perfino il desiderio di vivere: andate, voi siete mal destri soffocatori di Popoli».

La sua automobile ha l'ordine di rombare spaventosamente, ed i suoi fari devono essere i più luminosi. La luce ed il suono tengono viva la fede. Ammirabile uomo, dopo tutto, che conserva inalterabile, assoluta la fede, anche nella sua signora.

Menghini fa rombare il motore e si apre un varco. Via, via a tutta velocit

Il gesuita vide la mano in alto, la sentì scendere, rombare nell'aria. Strinse le pugna, ma senza ardire di respingere l'assalto; tutte le sue forze erano intese a sostenere lo sguardo dell'avversario, il cui volto, infiammato dallo sdegno, era una spanna dal suo. E la mano discese, rovinò sulla spalla del gesuita, facendolo vacillar sulle ginocchia, per la forza del colpo.

All'altezza di mille metri press'a poco sul livello del mare, tra il flagellare rabbioso della doccia orizzontale, della pioggia, del soffione, della circolare, e le bastonature della colonna mobile e il rombare cupo dell'acque che s'avventano nelle vasche dei bagni scozzesi, colla massima convinzione affermo e provo che, fra i sorrisi delle bocche contente, a questo mondo si deve porre non ultimo quello dell'uomo, che, uscendo di sotto ai freddi portici di uno stabilimento idropatico, va alla sala di lettura, e, per aspettare la tarda campanella del pranzo, piglia un giornale qualunque, e due, e tre.... Un giornale? Che cos'è? Come si fa? Che affaracci ci sono laggiù nel basso mondo?... Mah? È gran che se l'uomo capisce qualche cosa delle sessantamila lire, dell'articolo di fondo, dei dispacci turchi e dei serbi. Ma ecco il bollettino meteorologico: 32, 34, 35 gradi! A Milano si bolle come la minestra, a Bologna si va in brodo, a Firenze si prepara l'arrosto. Oh implacabile cielo! Cielo, che ti compiaci dei nostri foulards agitati, degli incessanti ventagli, dei nobili sudori e dei plebei, delle tolette svelatrici e de' costumi senza foglia o camicia! Mi pare di vederla questa Milano! dice l'uomo: Vampeggiano i tetti coi mille fumaiuoli abbrunati, vampeggiano i selciati lucidissimi, vampeggia il Duomo, come un gigante calcinato dal sole, e sulla maggiore aguglia la povera Madonnina dorata saetta dei baleni scottanti. La citt