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Aggiornato: 15 giugno 2025
Il passaggio repentino dal voi al tu mi spiacque; la notizia m'indispettì.... Io lo imaginava, risposi. Ecco perchè non son venuto oltre da voi.... Eppure, poichè sono sempre sola, bisogner
No, non ancora; non mi pareva il momento. Erano anche così poco trattabili! Se, Dio guardi, mi fanno oggi la seconda di cambio, vi assicuro che non ricorro neanche al consiglio di ammogliarli. Ma veniamo al fatto. Iersera, quando ci siamo lasciati sul ponte, mi hanno accompagnato tutti e tre, secondo l'uso, che a quell'ora tarda non mi dispiace nemmeno. Saliti al Roccolo, sono entrati, si sono seduti qui, muti, accigliati, come un terzetto di giudici. Non volevano il tè; ma lo volevo prender io, e l'ho preparato; si son rassegnati a sorbirlo, ma trovandolo amaro. Nessuna allusione alle indagini del mattino; solo uno, il Martorana, mi chiese di punto in bianco: "vi è passata l'emicrania?" Non ancora del tutto; risposi. Quindici minuti dopo, si congedarono. Ma se erano stati muti nel mio salotto, diventarono loquaci all'aperto, specie in fondo alla villa, dove Clarina li ha uditi. Clarina è la mia cameriera; ed è fuori spesso e volentieri, quando io non ho bisogno di lei. Credo, tra parentesi, che ci abbia l'innamorato, un giovane muratore di qui. Vorr
Questo è vero! risposi con maravigliosa sfrontatezza. O dunque? Ma io.... Ma tu non sei che un ragazzo. Lascia fare a me. La marchesina è pazza per te! Oh questo poi! È pazza, ti dico. Capisco io il valore di certe occhiate. Lascia fare a me, ti ripeto. Sono intimo del marchese e se a te manca il coraggio, domanderò io la mano della marchesina. Ah questo no, principale, per amor di Dio!
Grazie disse l'uomo trionfante. Il fantasma sorrise dolcemente, ed io, che volevo urlare di dolore, sorrisi di dolcezza. Tu mi ami? chiese l'uomo. Ti amo mormorò il fantasma. Io, che sulle labbra mi si affollavano gli insulti, dissi a voce alta: Ti amo. Mi amerai sempre? Sempre rispose il fantasma. Io, che agonizzavo, risposi: Sempre. Lo giuri sulla Madonna?
Non aggiunsi altro, ma forse non avrei potuto dir niente di più appassionato e umile. Ella mi guardò, malgrado sè stessa, un istante. Pareva uno sguardo severo, ma v'era bene in fondo l'amore. Gli occhi miei ne dovettero brillare, perchè si affrettò a dirmi: Quello che fa, Le pare leale? Una luce mi balenò in mente e risposi con impeto: Lo dirò. Dio, no! diss'ella.
No, cara padrona, le risposi; io credo in Dio. Oh lei non può immaginare la consolazione che mi d
Neppure questa volta gli risposi. Pensavo che quel caro e valente giovane forse aveva bisogno di qualche aiuto e orgogliosamente non me lo chiedeva. Non mi aveva chiesto mai nulla, quantunque la nostra intimit
«No. Non soffrivo punto; ma avevo una gran pena a dirlo. Pareva che la sede della mia voce fosse scesa in fondo in fondo al petto; l'azione della gola era insufficiente per attingerla. Risposi una volta o due con accento fioco, poi la voce non venne più. Movevo le labbra ma non usciva nessun suono. Intorno dicevano: « Oh Dio! Oh Dio! perde la parola; non parla più; il veleno ha gi
Due o tremila lire, credo, signora. All'anno? Sì, signora, all'anno. La signora parve sbalordire. E anche lei, se volesse fare il professore, prenderebbe lo stesso? Così credo risposi. I grandi occhi della signora Olimpia espressero una grande piet
«Hai tu paura di me, giovinotto?» mi disse. Io sorrisi e non risposi; la botola si aperse, ma ella trattenendosi anco un istante pria di scendere: «Addio, dunque, addio: non valeva la pena di seguitarmi per lasciarmi così.»
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