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Aggiornato: 3 giugno 2025


Io, io stesso, l'ho ricondotto a voi, una volta che egli stava per isfuggirvi, ve ne ricordate?... Io vorrei soltanto spaccare il suo petto, strappargli il cuore dal petto, rompere il suo cuore, per farvi vedere, disgraziata, che mai! mai! mai! egli vi ha portata nel cuore!... Io vorrei soltanto scavare i suoi occhi, squarciare il suo cervello, per vedere che cosa nei suoi sguardi, che cosa nelle sue parole vi ha parlato per lui!...

Ricordate che quella era, a detta del giardiniere, la Corte di Amore, così chiamata da gran tempo, e dove tutte le Vivaldi, madre, nonna e bisnonna di Ginevra, avevano sempre avuto per costume di recarsi a passare le ore più calde della giornata?

Il sughero! Lo ricordate, o lettori, quell'albero di sughero, che Giacomino, il giardiniere, faceva notare ad Enrico Pietrasanta, il quale, profano quel giorno alle delicature poetiche, lo sentenziò buonissimo per far turaccioli? Ricordate che a' piè di quell'albero era una tavola di lavagna, con parecchi sedili rustici tutt'intorno?

Mutai, in varii anni, parecchi padroni; e, a poco a poco, sono arrivato qui.... Si versò un altro bicchierino. Come si stava bene a Mondrone, ve ne ricordate? A Roberto batteva il cuore con veemenza. Quanti cambiamenti sono avvenuti.... Il duca è morto.... La sua figlia Enrica ha sposato il principe Gorreso di Caprenne.... E abita Napoli.... Si parla molto di lei.... In qual modo?

Tecla! E in un santo monastero! proseguì, riscaldandosi, la donna. In un posto di confidenza come quello! Vi ricordate di quel che vi diceva il Padre parroco di Castello, il mio santo confessore, offrendovi or fanno i quindici anni, quel pane? «Pasquale, badate a voi; dovete esser cieco, sordo e muto, tutt'insieme; fare il vostro servizio e non impacciarvi d'altro.

Vi rammentate, Clara, che vi ho voluto bene così teneramente e che non me ne avete voluto mai? Vi ricordate che avete lasciato che io vi amassi, incoraggiandomi talvolta, talvolta avvilendomi, facendomi passare dalla gioia alla disperazione, in un giorno, e non volendomi bene mai, mai, prima, dopo, mai? È vero, o no?

Conto arrivare Venerdì sera... Vi ricordate del nostro duello stravagante, risolto tanto soavemente? D'allora voi mi siete diventato simpaticissimo e per questo vorrei berne un bicchiere insieme. Tanti rispetti alle signorine. Vostro C. ARINGA. E Cirillo, avrebbe soggiunto, se fosse stato presente anche a quest'ultima lettera. Eccolo ora fra tre fuochi. La pelle è in pericolo.

³⁷⁹ F. E. Cangiamila, Medicina sacra, v. II, p. 43 e seg. In Palermo, Solli, 1802. Qui non è inopportuno un breve cenno di alcune malattie che nello studio del tempo si vedono ricordate da eruditi e da poeti. Lo facciamo come per una curiosit

E fu la fredda manina della vergine, non il polso del poeta, che liberò il suo cuore dalla stretta di quelle altre mani di donna oh, le bianche e ben ricordate mani! dove le vene azzurre e un po' turgide segnavano il corso più lento del sangue: quelle tristi vene azzurre che suscitavano la sua piet

Così dicendo ella passò nella stanza vicina, quella dove avevano pranzato il primo giorno che Giorgio era venuto in casa, e avvicinandosi al quadro coperto che ve ne ricordate? aveva eccitata la curiosit

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