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Aggiornato: 17 giugno 2025


I ricchi abitavano in case grandi e spaziose ornate d’oro e d’avorio, con sale particolari per festini e con appartamenti distinti per l’estate e per l’inverno.

Come nocchier, che de la chiara Aurora Volse le negre antenne a i ricchi liti, E s'attristò ch'a la veloce prora Torbido euro frenasse i corsi arditi, Se soffia vento disiato, allora Alza gli spirti che giacean smarriti, E crescendo ne l'alma i pensier lieti Ara i gran campi de l'instabil Teti;

Vecchi, ricchi e celibi, state accorti a non usar troppo di simile droga! IX. Siamo noi più dissoluti degli avi nostri?

Sciocca, le diceva Maria, colle tue idee sarai sempre disgraziata; noi non siamo ricchi e non possiamo competere coi nostri vicini; se non si contentano di venire nella nostra casa modesta, rimangano pure nella loro villa. Tu certo nei loro panni sdegneresti di venire da persone modeste come noi.

Loro son ricchi e non si sono mai dati a cercare di noi; il mio Vittore era povero, ma non usò mai piegar la testa a chi si sia, e non ha cercato di loro. Quel benedetto uomo non volle mai aver bisogno di nessuno. Lo dite a me? aggiunse Lorenzo. Credete non lo sappia io? E perchè restammo semplici soldati, lui ed io, fin quasi all'ultim'anno del grand'uomo?

I più bravi ne guadagnano di più, per questo diventano ricchi. M

Bisognava resistere, dicevano, era tempo di finirla, erano stanchi di lavorare come bestie da soma, per mantenere il lusso dei ricchi, volevano godere e divertirsi, era venuto anche il loro tempo. In alcuni gruppi c'erano le donne che volevano dar consigli e dir la loro ragione.

Le sue pareti, all’interno, non eran più che una tappezzeria d’argento; i ricchi ed i poveri di tutte le terre cristiane avevano gareggiato nell’abbellire la Casa del Miracolo.

Non è detto che tutti i buoni patrioti debbano anche esser ricchi. In quella piovosa giornata, nella quale, come ho detto, il sole della libert

O Cerere feconda, lascia i tuoi vasti piani ricchi d'orzo, d'avena, di piselli e di grani; i tuoi monti ove il gregge fra l'erba atterra il muso; i pingui prati dove sta raccolto nel chiuso; le rive che l'aprile umido, al tuo comando di gigli e di peonie fiorisce in cima, quando di lor fredde ghirlande si voglion coronare le caste ninfe; l'ombre delle ginestre care all'amante tradito; le viti arrampicate sui pali e le tue spiagge marine, desolate e rocciose, ove aspiri l'aspra brezza fragrante; la Regina del Cielo di cui son lo stillante Arco e la messaggera, vuole che per un poco tu lasci quei soggiorni e venga in questo loco stesso, su questa erbosa radura a prender parte con sua Grazia Sovrana alle prove dell'arte.

Parola Del Giorno

emiliano

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