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Chi franse in Sicilia la tirannide di Carlo d'Angiò, e compì nel marzo del 1282 i Vespri a danno dell'invasore Francese? Il Popolo. Chi fece libere, grandi e fiorenti le Repubbliche Toscane del XIV secolo? Il Popolo. Chi protestò in Napoli a mezzo del secolo XVII contro la tirannide di Filippo IV di Spagna e del Duca d'Arcos? Il Popolo.

Il Sismondi nella Istoria delle repubbliche italiane, tom. II, cap. 7, afferma, che sotto la dominazione di Carlo I, i baroni siciliani malcontenti furono spogliati e oppressi, ma tutti presi, tutti cacciati dall'isola; e che i Francesi facean soggiorno nelle citt

Ma il fatto sta, che ei governò la repubblica, primo , ma non principe, ed anche meno tiranno; ch'egli ottenne da' contemporanei il nome di «padre della patria»; ch'ei somigliò a quanti grandi cittadini furono nelle piú splendide repubbliche antiche, e superò forse quanti furono nelle italiane. Quando saprá l'Italia far giustizia tra i veri e i falsi grandi suoi?

Era una folla di ministri, di consoli, di dracomanni, di segretarii, di cancellieri, una grande ambasciata internazionale, che rappresentava sei monarchie e due repubbliche, composta per la maggior parte di gente che aveva girato mezza la terra.

Ad ogni modo, l'etá dei comuni repubblicani è qui finita. Firenze, Siena, Lucca, Genova, Venezia sopravvivon sole. Coloro che prolungano l'etá repubblicana quarant'anni ancora, fino alla caduta di Firenze, la potrebbon prolungare sessanta, fino a quella di Siena, o fino a' nostri , quando caddero le tre ultime; ovvero dir che durano le repubbliche anch'oggi, in San Marino.

Sono evidenti nelle storie la confederazione etrusca, l'umbra, la latina, la sabina, la sannite e parecchie altre. Ed evidenti in ciascuna di quelle cittá, dapprima quella costituzione che accennammo delle cittá etrusche e di Roma, il principato temperato d'aristocrazia e democrazia; e poi la mutazione sorvenuta dal principato alle repubbliche similmente miste.

Oltreché, queste improvide cittá non si divisero giá solamente, quasi repubbliche, in quelle due parti infelicissime ma forse inevitabili de' grandi e de' piccoli, de' nobili e de' plebei; ma, come veri comuni dipendenti, in quelle anche piú infelici pro e contro al signore straniero.

E qui v'ha chi piange, e dice perduta una grande occasione di collegarsi le tre repubbliche di Milano, Venezia e Firenze per l'indipendenza di tutta Italia; e certo s'ei vuol dire che elle avrebbero dovuto ciò fare, io consento per questa come per qualunque altra occasione.

Con tal aiuto riarmarono, rifecer capitano Paganino Doria, ricombatterono una terza battaglia al golfo di Sapienza in Morea, e vinsero . Allora fecesi tra le due repubbliche una pace, che pur troppo non durò poi, che durando avrebbe forse confermato il primato marittimo all'Italia per sempre.

Ma una cancrena irreparabile erasi infiltrata anticipatamente nel cuore istesso della penisola: e vietò a quelle repubbliche di sentirsi sorelle, figlie d'una madre comune, l'Italia, di stringersi insieme a rendere inaccessibile altrui il mare e le Alpi; inutili Alpi, come le disse Carlo Cattaneo malinconicamente e profondamente. E questa cancrena fu il papato.