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Aggiornato: 1 giugno 2025
Fosti veduta alla recita dell'Epidico.... e fu veduto e notato anche un altro. Ah! Ma l'amico è dunque molto possente su te? Egli t'ha ammaliata a segno di farti dimenticare la tua.... Come chiamarla? Dignit
Quella corrispondenza d'amorosi sensi veniva poi interrotta, durante la recita, perchè Alessandro temeva di perdere, come si suol dire, la battuta. Assolto dal peccato di origine non c'era proprio malaccio nel giovane attore; a quel tanto che mancava d'arte suppliva coll'esercizio e colla persona maschia e bella.
Ebbene, io sono un asino, reverenza! riprese don Omobono, con quel tuono di compunzione con cui si recita il Confiteor. E vostra reverenza ha fatto male a scegliere un asino come me per una missione di tanta importanza. E perchè? chiese il gesuita.
Allorchè dopo l'undecima recita ella gli concesse finalmente di vederla, egli entrò nel camerino, pallido, con le labbra tremanti. Senza una parola di saluto, senza rispondere al sorriso di lei, si lasciò cadere su una seggiola e nascose il volto tra le mani. E ciò fece ridere Marietta. Ma Nunziata Villari non rise.
Ci s'accosta al fuoco per riscaldarci, e la fiamma ci s'appicca alla tunica. Ah sì! ti ho veduto infatti alla recita del mio Epidico, ed eri un incendio. Via, Lucio Valerio, lascia correre tutto il male ch'io t'ho detto delle donne. Era la vendetta d'un autore inascoltato, che ti vedeva tutt'occhi e tutt'orecchi per lei. Chi, lei? Oh bella!
Ma quando mezza Madrid le affluisce in casa per opprimerla di ipocrite condoglianze cortigianesche, Currita recita mirabilmente la sua parte di inconsolabile. Povero ragazzo! Se ella avesse potuto sospettare!
Il manifestino teatrale portava stampato con grossi caratteri il titolo della commedia e il nome dell'autore; da piè, in carattere minuscolo, avvertiva che lo spettacolo sarebbe cominciato con la recita della commediola dello Scribe: La camera affittata a due.
TESMOTETA. Finito?... Ah! Passeremo dunque, prima dei voti, alla recita della commedia in atti... Or quindi, o giudici, l'arringa che udiste... Li ha persuasi. Dormono. TESMOTETA. Davvero? E cade la tela.
Così composta, la Compagnia agiva nel casotto: e la gente accorreva numerosa, assai più che ai due maggiori teatri⁸⁷, e si divertiva alle facezie, agli equivoci, ai frizzi che scoppiettavano in bocca a questi pittori del dialetto e, non ostante la parte loro prescritta, improvvisatori di dialoghi vivaci e sfolgoranti. Una recita il giorno non bastava più: e a quella, tanto comoda per coloro che avean finito di lavorare ed avevano libero l’intervallo tra la luce del giorno che declina ed il buio che comincia, se ne faceva seguire un’altra di sera. Venuta l’estate, il favore del non colto pubblico imponeva altro luogo più fresco, alla Marina, presso la Garita. Di questo modo il teatro popolaresco si continuava alternandosi per la estate fuori e per l’inverno dentro citt
Sapevamo che in questo teatro Emiliani si rappresentavano anche di tanto in tanto tragedie, e non ci siamo voluti privare del piacere di assistere alla recita della più commovente, forse, fra le tragedie italiane, la Francesca da Rimini. Il famoso episodio dantesco non ha ispirato soltanto pittori, ma anche poeti, molti dei quali tentarono portarlo sulle scene, quantunque poco si presti all'effetto drammatico. Byron stesso dice nei suoi diarii di aver pensato a prendere la Francesca da Rimini ad argomento di una tragedia. E' un peccato che non lo abbia fatto, perchè, quando anche non avesse prodotto opera adatta ad essere rappresentata, era tal poeta da scrivere cosa stupenda. La grande semplicit
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