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Aggiornato: 18 maggio 2025
Ma qual amor vuoi tu, ch'apra e rallegri Il fior di questa mia povera vita, Se le gioie del mondo e i giorni allegri Par ch'abbian del mio cor la via smarrita? Qui passan gli anni miei romiti e negri, E m'è la speme del morir gradita; Chè sol di l
Figuratevi! gli è stato proprio casaccio. Restare inabile per tutto il tempo della vita preme ancora a me. Lasciate però che io mi rallegri con voi, vedendovi così presto guarito della gamba da potere uscire da letto.
Finchè mi credevi e potevo credermi utile per altre vie, ci stavo. Il mio contributo alla casa lo davo. No? Sì sì. Ma se non servo ad altro, farò la massaia, come tu dici. Chi ti proibisce di dipingere? La fede ci vuole. Ti rallegri se non mi comprano gli studi? Va benissimo. Allora, qua la cassa, qua il libro dei conti, un grembiule bleu e marche. Misericordia! Non darmi altri fastidi.
DON IGNAZIO. Ho tolto una gentildonna povera ben sí ma nobilissima; ma la sua nobiltá è avanzata di gran lunga dalla sua somma bellezza, e l'un'e l'altra dalla onestá e dagli onorati costumi. DON FLAMINIO. Ditelami di grazia, accioché mi rallegri anche io della vostra allegrezza; ché per aver ricusata una figlia de grandi d'Ispagna, dev'esser oltremodo bella e onorata. DON IGNAZIO. È Carizia.
Comincio la mia lettera con dirti prima di tutto avere in questa notte avuto un sogno molto lieto. Non increspare le ciglia sentendo come io mi rallegri di un sogno, caro fratello: spesse volte le notturne visioni sono state annunzio di future disgrazie; or perchè mai ci sar
Qui la volevo; replicò trionfante il Priore. E scambio del sangue d'un Forniglia che abbiamo veduto scorrere, non poteva essere il suo? Pensi a ciò, mio bel signore, e si rallegri. Il rammarico, eccetto che non sia quello del coccodrillo, che a volte è permesso, come una volta all'anno son permesse le maschere, lo deve lasciare da banda. Ritenga che, se l'avesse buscata Lei, quella palla, i signori della parte contraria non avrebbero pianto. Gi
FORCA. Andate in casa, lavate la faccia a Melitea, fatele spogliar le vesti, e scampate per la porta di dietro; ch'io fra tanto vi condurrò il pazzo. PIRINO. Cosí farò: toc, toc. MELITEA. Che dimandate, padron mio caro? PIRINO. Il tesoro della bellezza, la monarchia delle grazie, la dolcissima mia padrona, accioché mi rallegri cosí il cuor con la sua presenza, come gli occhi con la sua bellezza.
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