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Aggiornato: 11 maggio 2025


Il Forte in gamba, così detto per ironia, e contento del suo battesimo per modo che egli stesso s'era pigliato quel nome e messolo per insegna del suo teatro, era un uomo sui quarantacinque, o in quel torno, dal viso buffonescamente arcigno, dal mento sporgente, dai capegli rabbuffati che gli uscivano per tutti i versi da un vecchio berretto della guardia nazionale.

Da una sola finestra vestita di carta entrava nello stambugio una luce smorta. L'infermo smunto, giallognolo, colle occhiaie incavate e segnate da un cerchio livido, cogli zigomi protuberanti, le labbra violacee, i capelli rabbuffati, l'occhio semispento, stava seduto sul suo giaciglio colle braccia distese sulle coltrici rattoppate, rotolando l'estremit

Questi aveva vesti nere, affatto nere, lo scudo coi propri colori ricamato sul petto, gli sproni d'oro ai piedi: chi l'avesse osservato bene, come certo notarono i baroni che stavano con lui, avrebbe scorto che il suo ampio giustacuore era stretto fìn sotto alla gola, e non lasciava vedere la striscia bianca del collare, bene una gorgera a fìtti anelli d'acciaio, i primi giri della maglia del giaco. Il suo volto aveva certe rughe sulla fronte che di sicuro non vi avevano impresso gli anni, i quali erano pochissimi; capegli rabbuffati, come quelli che di recente si fossero sprigionati di sotto il ferro di un elmo; gli occhi che pareva guardassero innanzi l'adempimento di un disegno, e chi sa quale, a giudicare dalla pertinace contrazione delle labbra. Aveva Ugo uno scudiero, vestito pure di panni neri, un uomo dall'aria più spavalda che irata, il quale, porgendo le braccia in avanti, recava un cuscino coperto da un drappo colore di lutto. Messere Adalberto, durante la messa, aveva bensì cercato di fìggere gli occhi sopra Ugo, e di avvezzarsi tanto alla vista di esso, che, quando colui gli fosso per comparire innanzi, il sospetto e l'ira non trapelassero dalla sua persona, e così potesse accogliere l'omaggio colla stessa autorit

TRINCA. Un certo capitan Sconquasso o Fracasso o Babuasso, che s'avea posto questi nomi per spaventar le genti; che porta certi mustacci ingrifati e i peli della barba rabbuffati, con una ciera torta; e che parla con certi paroloni. TRASIMACO. Non me ne sazio, se non darò essempio a' pari suoi, se non sarò un specchio a gli occhi di ciascuno.

Ella non avrebbe voluto incontrarlo in quel momento; pur gli tese la destra in atto amichevole, e gli domandò con dolcezza: Come state, Cipriano? Il giovine le si pose a fianco. Era pallido, più negletto del solito nel vestire; aveva la barba e i capelli rabbuffati. Grazie di quello che ha fatto per la mia povera mamma egli disse. Oh, la mamma le voleva tanto bene! Lo so, Cipriano....

Pallido in volto come un cencio lavato, gli occhi stravolti e i capegli più rabbuffati del solito, messer Giacomo Pico avea l'aria d'un uomo a cui grandemente cuocesse di quella umiliazione, assai comune del resto agli uomini di guerra, la cui sorte è pur troppo di dare e di ricevere.

Parola Del Giorno

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