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Aggiornato: 9 giugno 2025


La nuova si sparse fra gli altri giuocatori, e la partita fu subito interrotta, come la piacevole occupazione di don Garcìa. Il Passano aveva amici da tutt'e due le parti; e se si contentavano di piantar la giuocata quei che avevano il disopra, con "quaranta e la caccia", era naturale che non si dolessero quelli che s'avviavano a perdere, non avendo che un "quindici".

Mostrava realmente un po' più de' suoi ventinove anni; non ne mostrava quaranta come aveva detto Gustavo Aldini; era piuttosto brutto che bello; nella gravit

Le nove meno un quarto. Ancora quaranta minuti. La stazione restava deserta: si udiva soltanto qualche fischio rauco, soffocato, di macchine manovranti lontano; qualche passo risonava, ma di persone che uscivano avviandosi alla citt

Il bel servone voleva negare sospirando, ma non riusciva a nascondere tutta la propria compiacenza. Avevo quaranta o cinquanta lire e ho dovuto mandarle a mia sorella! Questo non era vero. Aveva il gruzzolo, nascosto nella calzetta. Nei giorni dell'abbondanza nessuno badava a spendere e spandere; soltanto la serva metteva da parte. Ma lei, signorina? Delle sue lezioni?... Niente?

Di più si racconta quanto appresso: un soldato prese in tempo di guerra un figlio di un signore Usbech, uno dei maggiori nemici di questo re, il quale è di tanto seguito nei confini di Corassan, che il re è forzato di dargli quaranta tomani all'anno, che fanno ottomila ducati, acciocchè non dia molestia alle carovane che vengono dalle Indie: e volendo un altro soldato donare al predetto soldato per causa di tal prigionia, un villaggio e mille ducati, che glielo desse, esso volle presentarlo al re pensando di aver maggior premio; ma egli non gli donò altro che un cavallo in ricompensa di così gran prigione.

Sono appena quaranta giorni ripigliò ella soffocata dall'ambascia che ho giurato sulla memoria del mio povero padre di non credere più a nessuno. Prima di credere un'altra volta volevo morire. Ed ora ecco la mia forza, ecco la mia forza! Ho detto a mia madre che andavo a trovare la zia, quando sono uscita. Essa s'è spaventata. Mi ha gridato: Bada a te! Se sapesse che sono qui, guai!

Io? Ma io non posso niente. Mio padre non mi permette nessun'iniziativa. Ho ventitrè anni e mi stima ancora un bambino. Quando ne avrò quaranta, sar

Io toccava i quaranta; ma il mio cuore era giovine: riprese l'altro. Non t'è presente ancora il della prima battaglia, e quell'orrendo temporale che ci venne addosso la notte innanzi, l

Ed aperse le braccia. Barbarini, dall'alto della plancia, vide il gesto. Guardò ancora una volta l'orologio: erano le quattro e quaranta. Volse ancora uno sguardo verso terra. Un'imbarcazione filava verso la nave. Ma era l'ultima rimasta, e riportava il graduato che era andato al telegrafo.

Poi udì la porta aprirsi: e qualcuno entrò. Indi la porta fu richiusa, e dei passi i passi del cameriere s'allontanarono per il corridoio. Qualcuno era , nel salotto, a due passi da lei. Qualcuno un uomo, uno sconosciuto a cui lei aveva scritto quaranta o cinquanta lettere, e che ella aveva chiamato «Amico mio! Mes amours! Prince Charmant! Mio sconosciuto amore

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