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Aggiornato: 12 maggio 2025


Ma, in quanto delle altre leghe o finezze che in essa tariffa si contengono, io son di fermo parere che non si dovrebbe mai fare sorte alcuna di monete con simili rotti nelle loro finezze, per non esser cosa necessaria il cosí farle, eccetto però nelle monete da dieci leghe in su e da leghe tre in giú, nelle quali monete, nel farle, si potrebbe usare ancora la meza lega: perché, nel fare i partimenti di esse monete, non vi possono intervenire rotti di sorte alcuna, tanto nella quantitá in peso del fino, quanto nei reali dati valori corrispondenti ad essa quantitá, a moneta per moneta, come ve ne intervenirebbono per causa di molte altre sorti di leghe fatte con altra sorte di rotti.

E cosí secondo ogni proporzione, eccettuato quando l'oro o l'argento fosse minor quantitá della metá della massa; perché allora non contano il pezo, ma il fino: onde diranno che i traeri, o siano grossi d'Allemagna, hanno di fino 492, quando d'ogni marca, che contiene 1152 caratti, ne sono solo 492 d'argento fino, ecc.

Gli giorni erano alle notte iguali e agli giorni le notti; delle quali niuna ora si trapassava senza guai, senza sospiri e senza copiosa quantitá di lagrime; e parevano li suoi occhi due abbondantissime fontane d'acqua surgente, in tanto che piú si maravigliarono donde tanto umore egli avesse che al suo pianto bastasse.

E se ad alcuni forse paresse d'imprimervi solamente le note della lega e del peso, dico che non sarebbe per ciò conosciuto il manifesto delle monete, che è il valore; e chi volesse anco ponervi solo la nota del valore, non venirebbe conosciuto il loro intrinsico, che è la quantitá in peso del puro e del fino, ed il peso di quante ne vadino alla libra, sotto il qual peso vien compreso il fino ed il brutto di esse monete.

Io intendo «abbondare una cosa», non quando in fatti molta quantitá di essa se ne trova, assolutamente parlando, ma quando ve ne ha gran copia, rispetto al bisogno, stima e disiderio che ne hanno gli uomini.

E, se mi si dicesse che gli altri prencipi dell'Italia l'han fatto e fanno, come Venezia, Genoa e altri signori di Lombardia e di Toscana, e non ha generato alcuna delle cose predette, e che questo è causa di non fare estraere la moneta propria per fuora, lo che si cerca: rispondo che non è vero che da prencipe d'Italia si sia fatto mai tutta la moneta di lega bassa o maggior parte, ma solo una parte della moneta picciola e in poca quantitá, conforme li Stati loro, per commoditá di spendere e cambiare le monete grosse; ma le monete grosse e in quantitá, che serveno per trafichi e negozi e per servirsene per fuora, sempre sono state e sono non solo di lega eguale a questa di Napoli, ma assai megliore, che vi è differenza circa la terza parte tra lega e lega, fuorché quella di Roma, che è di pochissima differenza peggio.

Cosí ogni quantitá, in quanto è misurata, si dice maggiore o minore, tanta o tanta, secondo il termine a cui si riferisce, che è quello con cui vien misurata; e se quella affatto manca, anche la quantitá cessa d'aver quella relazione di maggiore o minore, o di tale o tanta quantitá.

E ciò ho descritto solo per mostrare il giusto peso del fino argento e del rame, ch'in dette monete entrava. Che non si dispenserá piú alcuna quantitá di rame in far danari, anzi che si estraerá di quello ch'è in opera.

Voi qui mi direte che in queste monete egli perderá quel tanto di argento o di oro quanto importano le fatture, e che perciò egli non avrá poi la medesima quantitá del puro e fino, come di sopra si è detto.

Niuno quasi di quei vastissimi imperi compra merci d'Europa se non con altre sue merci; sicché in molto maggior quantitá ne cola d'Europa in quelle parti, che non quello che di ne sia trasportato: eppure vi sono regni che ne hanno abbondantissime miniere.

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