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D'inverno, i Trebeschi pranzavano appena chiuso il negozio: quella sera non c'era Giacomino, non c'era Maddalena: ma egli non volle dare alla famiglia nessuna spiegazione. Disse soltanto: La mamma è un poco incomodata e non aprì più bocca per un pezzo. Pareva come investito di una nuova e misteriosa autorit

In un giorno di luglio, non mi ricordo se giovedí o martedí, ma era giorno di grasso, fui invitato a pranzo la prima volta a casa della marchesa donna Antonia, signora piena di degnazione, che solamente mi fece venire, e non mi conosceva, perché io era amico di molti di que' sapienti che scrivevano il Caffé, e quel pranzavano dalla signora marchesa; ma solamente due di essi in effetto, perché gli altri erano scappati fuori in villeggiatura, tanto era indiavolata e scottava la cittá.

Parlavamo d'arte. Ah! e si grida così? Così, cara. Del resto, quando non vi era nessuno, Adele Cima stava sempre accanto a Paolo Spada. Essi pranzavano assieme; un cuoco mandava loro il cibo, da fuori, giacchè Paolo Spada odiava l'odore della cucina, in casa; il cameriere li serviva a tavola.

Allora vedi che si può uccidere; perchè gli ufficiali montavano a cavallo, pranzavano con noi, ridevano, e facevano tutto come gli altri. Talchè, seguitò Nicla se tu fossi più grande, tu andresti a uccidere Duccio Massenti in duello? Certo! rispose Bruno. Mi piacerebbe! Ma egli potrebbe uccidere te, osservò Nicla. Tu credi? fece Bruno sorridendo con lieve ironia.

Verso le cinque pranzavano, Silvio contemplava sua moglie da vero innamorato, la trovava sempre più bella, e non si accorgeva che la minestra era scipita, il manzo duro e poco cotto, ma Metilde chiamava la Betta e se ne lamentava, questa accusava il beccaio, e protestava d’aver soffiato tutto il giorno nel fuoco. Il primo giorno avevano ancora fame dopo finito il pranzo.

Egli mi interrogava sui miei studi, mi parlava di pedagogia, di metodica, d'aritmetica; io rispondeva sbadatamente, pensando a quella finestra. Finito il pranzo, mio zio si ritirava a fare il suo chilo, ed io ritornava alle mie estatiche contemplazioni. In casa Brisnago pranzavano molto più tardi di noi, e talvolta prima del pranzo andavano a fare un giro pel corso.

Al mezzodì tutto era pronto, e le due sorelle pranzavano, civilmente, con una bella tovaglia pulita sulla tavola di marmo. Poi la signora Rosa, colle sue mani gialline e delicate, toglieva il tappeto che copriva i fornelli, alzava l'asse, e nei due bacini, rigovernava. Non ho mai capito perchè quella faccenda la facesse appunto lei, che aveva bisogno di serbare il suo ricamo candidissimo.

Aveva mangiato copiosamente, solo ad un tavolino dell'ampia sala bislunga, nella quale gli avventori rumoreggiavano, e i camerieri in giacchetta nera e cravatta bianca mutavano correndo i piatti sporchi coi piatti pieni, fra l'incrociarsi degli ordini e il vocìo saliente delle conversazioni. Parecchie donne della piccola borghesia pranzavano in cappellino, colle mantiglie ripiegate sul dossale delle sedie, perchè gli attaccapanni delle pareti erano gi

Due avvocati, amici intimi, pranzavano sempre insieme, ed offrivano delle aberrazioni affatto speciali. L'uno si lamentava che il cuoco salava troppo le vivande. Al contrario l'altro le trovava insipide. Si bisticciavano un po' e quando l'aberrazione cessava mangiavano tutti e due deliziosamente. *Igiene del gusto.*