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«L'amore non ragiona. Le controversie che io incontrava, mi erano sprone a tentare ogni mezzo di riuscita. Pregai, piansi, posi in opera tutte le arti che ad onesta fanciulla suggerisce la passione: Carlo fu mio. «Il giorno delle nozze si passò in feste e tripudii. Alla sera, congedati i parenti e gli amici che avevano assistito alla cerimonia, il mio sposo uscì di casa per pochi istanti.

E perchè no, Myriam? La buona vecchia aveva pronunciate queste parole e il mio nome con una così ingenua convinzione che mi posi a ridere e la calmai con una carezza. Guardandola, pensai ch'ella doveva essere vicina ai settant'anni e per la prima volta mi posi a misurare la distanza che ci separava. Povera Orsola!

«A lui no, bensì m'affiatai con un suo servo, e siccome fin da quando morì la figlia dell'ammiraglio, o almeno fu creduta morta, essendo nati in me certi strani sospetti, fin d'allora mi posi a frugare in tutti que' luoghi ove mi pareva potessi far buona raccolta, e ne spiluccai tanto che poteva bastare per poter dire, che in quel torbido c'era tuttavia da pescar chiaro; arrivato a Milano, e saputo che il Fossano era alla corte del Conte di Virtù, tanto feci finchè ho potuto accostarmi a quel suo servo che sopra v'ho detto, e messolo così in sul raccontare, senza dargli sospetto che io fossi di questi paesi, lo condussi a dirmi qualche cosa del suo padrone, e d'una in altra, mi raccontò gran parte de' fatti che gi

Ed omai, ripensando a quei due amori che s'erano disputato a lungo il mio cuore, ripetevo con amarezza un verso altre volte citatomi da Massimo: Il ben ch'è mio davvero, è il ben che sparve! «Presi le lettere di Max, belle, poetiche, eleganti, appassionate, strane, e mi posi a leggerle pensando: «Se potessi amarlo ancora!

Non versò, parlando, una lagrima sola, ma tutta la povera rosa perì, e sulla fine, le convulse mani che l'avevano unita si stringevano a vuoto come in delirio. Io le raccolsi, le chiusi nelle mie, le serrai sul mio petto, dissi piano qualche parola di conforto. Mi parve che la cara persona si elettrizzasse tutta, che piegasse a me, che gli occhi avessero un lampo di sereno. Le bambine la chiamarono in quel momento: miss! miss! Ella ritirò le mani e accennò che tacessero; non ci fu verso, dovette alzarsi, trascinarsi a stento fino a loro. Mi alzai pure. L'avevo confortata, ma col petto oppresso da un dolor mortale. Mi posi a camminar lentamente su e giù per la stanza, e feci alquanti giri prima d'accorgermi che miss Yves era ancora l

Un giorno mi trovavo nelle foreste del Fiume Bianco, quando m'imbattei in un ufficiale egiziano ferito. Ebbi compassione di lui, lo posi sulle mie braccia, lo trasportai nel mio campo e lo medicai coll'amore di un fratello... Guarì, mi giurò che avrebbe abbracciato la nostra religione e io gli credetti. Ah! fe' Ahmed, con un sorriso ironico.

Sempre, sempre novella, alta esultanza Il commosso m'invase animo, quando In quell'incolta ma pur sacra stanza Posi il piè, mie catene strascinando, E in simbolica vidi umil sembianza Suoi sfolgoranti rai Gesù ammantando Benedirci, e per noi con inesausto Amore offrirsi al Padre in olocausto.

La tolda sul mio capo era muta, indizio che nessuno si moveva sul ponte. Mi feci coraggio e spinsi la mia esplorazione in dritta linea fin che m'arrestò una parete. Palpai davanti a me fra le tenebre, e indovinai una porta. Il mio dito mignolo s'incastrò in una fessura, lo estrassi e in sua vece posi l'occhio. Attraverso quello spiraglio non vidi che ombra.

Mi posi a sedere in una piccola piazza quadrata, che d

Persuasi Raimondo a sperare, ad abbandonarsi a me. Non ci volle gran fatica; la solitudine avealo fatto arrendevole, però io posi per primo patto che egli venisse meco quella sera medesima in casa della contessa.