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Aggiornato: 14 giugno 2025


Io non gli darei più di sessant'anni o sessantadue. Oh, che strega! sclamò la Luisa, scoppiando a ridere. Mi parla di primo pelo! Non è di primo, di secondo! È meglio anzi che sia un uomo posato... un uomo che ha gi

Povera Lola.... Il lumino da notte posato sul tavolino, davanti a un quadretto dell'Immacolata Concezione, con un cestino da lavoro per riparo dal lato destro, spandeva un debole chiarore in una parte della stanzetta, allungava smisuratamente l'ombra del cestino nell'altra parte dov'era il letto in cui essa dormiva. La coperta bianca modellava il suo corpo rannicchiato.

Rosina cantava queste strofe, le quali con tutto il fuoco dell'animo virginale accompagnava con soave melodia sugli armoniosi tasti, quando, posato l'occhio sopra un mobile di mogano sul quale vedevasi un magnifico specchio, vi scôrse un oggetto che attrasse tutta la di lei attenzione deviandola dall'argomento del canto.

Sperava che ella gli avrebbe in soave atto di carezza posato una mano sul capo reclinato, dicendogli: «Povero bellocome talvolta aveva fatto negli anni scorsi... Ma quando egli reclinò il capo, ella seguitò distrattamente a stropicciarsi le unghie d'una mano sul palmo dell'altra, e a guardar fuori dalla finestra.

¹ Non c'è più amici: nome che i mafiosi soglion dare al loro cane, e il perchè è chiaro. Peppe entrò senza guardar la moglie, senza badare al trasmestio che faceva. E aveva posato il fucile, e stava per levarsi la giberna che portava ad armacollo, a uso siciliano, quando Serena, che si sentiva proprio scoppiare, venne a piantarglisi davanti come una furia, con le mani arrovesciate su' fianchi.

Certe sciocchezze è molto farle; sarebbe troppo scriverle. Specialmente dovendo scriverle io, tu pensi. Oh, niente affatto! Guarda! mi disse, additandomi una donna che ci veniva incontro in carrozza, sotto i riflessi di un ombrellino azzurro, elegantemente vestita, con un gran cappello piumato posato con bizzarria su i capelli troppo biondi da esser di color naturale.

Il letterone ebbe riposo su d'una credenza, e il capitano Fiesco pensò d'aver pace a tavola. E volle ridere, volle scherzare, secondo l'uso; ma non gli veniva fatto come le altre volte. Credeva anche d'aver portato dal suo viaggio frettoloso una buona dose d'appetito; ma non fu nulla, ed egli mangiò poco, e bevette anche meno. Quel letterone, posato laggiù sulla credenza, gli pesava sull'anima.

Strana combinazione! Il duello si faceva davanti a quel sedile di pietra, su cui, la sera antecedente, si era posato il monachino biondo. Dov'era, in quel punto, e che pensava il monachino? Se avesse mai potuto immaginarsi quello che succedeva per lui! Il padre Anacleto diede un'occhiata a quel posto, e gli parve di vederlo l

In un momento ch'ella aveva posato il suo fascicolo chiuso sulla tavola, e vi teneva sopra la bella mano, io posai sovr'essa la mia, timidamente. Ma a quel contatto il battito del mio cuore perdette ogni misura, chinai il volto su quella mano, e vi impressi un bacio. E tutti e due eravamo ammutoliti. Giammai avevo provato una simile dolcezza. Le andavo ripetendo senza posa: Mi amate, Fulvia?

Sono in casa mia. Sei in casa di mio fratello. Con audacia sempre crescente. Sono in casa mia! RAIMONDO sta per prorompere. Il suo impulso è di precipitarsi su di lei, ma si frena e si vince. Convulso, fremente, tituba ancora un istante, poi si risolve: prende il cappello che aveva posato su una sedia e si avvia per uscire.

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