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ed el mi disse: <<Volgi li occhi in giue: buon ti sara`, per tranquillar la via, veder lo letto de le piante tue>>. Come, perche' di lor memoria sia, sovra i sepolti le tombe terragne portan segnato quel ch'elli eran pria, onde li` molte volte si ripiagne per la puntura de la rimembranza, che solo a' pii da` de le calcagne;

Hanno donne per mano, hanno fardelli sul dorso, hanno la fronte umilïata. Dalle basse finestre, anche: dai muri fenduti a un tratto, e poi richiusi, un dietro l’altro, irrompono: in quegli occhi di vetro ti riconosci, ed in quei volti duri. Tutti di qualche patria esuli figli sono, e in cuore ne portan crocifisso il rimpianto; e di notte, a buio fisso, i lor fardelli sono i lor giacigli.

VI, pag. 576, portan lo sbarco a 3 agosto, forse confondendolo col cominciamento degli assalti. Gio. Villani, lib. 7, cap. 65, seguendo Giachetto Malespini, cap. 211, dice a 6 luglio. Saba Malaspina, cont., nota come le ciurme si dessero a mangiar le uve gi

E come li stornei ne portan l’ali nel freddo tempo, a schiera larga e piena, così quel fiato li spiriti mali di qua, di l

I suddetti scrittori portan variamente il numero delle navi; e i più pongon l'avvantaggio del numero dalla parte de' Napoletani. Scrivendo solo per narrare quel che mi sembra più vero, mi son tenuto a d'Esclot catalano, perchè meno esagerato, e minutissimo ne' particolari. Saba Malaspina disse 11 le nostre navi e 30 le nemiche. Speciale 41 le nostre e 70 le nemiche.

Montaner, cap. 52. D'Esclot, cap. 84, 85. Geste de' conti di Barcellona, cap. 28, loc. cit. Diploma di Pier d'Aragona, in Rymer, Atti pubblici d'Inghilterra, tom. II, pag. 208. Surita, lib. 4, cap. 21. Il Montaner e il d'Esclot portan come sincera e schietta questa missione al papa. Saba Malaspina, cont., pag. 376. Anon. chron. sic., cap. 40.

Ad una finestra su in alto del palazzotto posto rimpetto al monte della Colma, intenta ai fenomeni che presenta il tramonto del , giacchè non era altra cosa della vita esterna che la potesse occupare, se ne stava Valenzia una sera del mese di settembre di quell'anno 13.... Volgeva lo sguardo ora alle nuvole dorate che man mano ricevevano una tinta più oscura, ora alla montagna cosparsa in vetta di mille tinte tutte varie, e che non portan nome, ora al lago che faceva specchio a tutto quanto si vedeva.

ed el mi disse: <<Volgi li occhi in giue: buon ti sara`, per tranquillar la via, veder lo letto de le piante tue>>. Come, perche' di lor memoria sia, sovra i sepolti le tombe terragne portan segnato quel ch'elli eran pria, onde li` molte volte si ripiagne per la puntura de la rimembranza, che solo a' pii da` de le calcagne;

GIRIFALCO. Oimei! M'ha rotto il capo. Non poteva piú star. Mi portan via, a l'inferno. Oimei! Orgilla! Aiutami. Son morto. Oh! LISTAGIRO. Órseo, orchózo, chielévo, epióntes. Riportatel qua nel cerchio. Fate che non vi ponga tutti quanti ne le catene. Parvi che sia giusto volernelo portare, in mia presenza, sol per dire «oimei»? PILASTRINO. Meriteriano che gli leggassi tutti. Tun! tun! tun!

E come li stornei ne portan l'ali nel freddo tempo, a schiera larga e piena, cosi` quel fiato li spiriti mali di qua, di la`, di giu`, di su` li mena; nulla speranza li conforta mai, non che di posa, ma di minor pena. E come i gru van cantando lor lai, faccendo in aere di se' lunga riga, cosi` vid'io venir, traendo guai,