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Aggiornato: 27 giugno 2025
Ditemi, sète voi deliberato di averla? PIRINO. Sí. FORCA. Per ogni via? PIRINO. Sí. FORCA. E non lasciar l'impresa? PIRINO. Lascieranno piú tosto i cieli di muoversi, il sol di splendere, mancherá l'aria, si risolverá il mondo, che possa lasciar Melitea.
PIRINO.
FORCA. Almeno ne guadagnasse le scorze di quel frutto che sarebbe una veste. PIRINO. Altro che veste arai. Una buona somma di danari. FORCA. Pur che non si risolva in qualche buona somma di bastonate. Ma ditemi, come state in credito con li banchi? PIRINO. Benissimo: tutti credono che non ho un quatrino. FORCA. Bisogna dunque farvi una poliza falsa. PIRINO. Troppo pericolo: ci va la vita.
PIRINO. Questi grassi lo faranno vomitar piú tosto quanto saprá di noi. FORCA. Anzi è contro il vomito, e l'ho esperimentata con voi piú volte. PIRINO. Fa' come vuoi, non ti vo' contrariare in questo; dimmi, che hai disegnato di fare? FORCA. Ascolta: io so far una polvere di carboni che, meschiata con olio e ongendone la faccia, la fará nera come un schiavo, d'un nero assai naturale.
Un giorno ne farò le mie vendette. Ma perché usate meco sí piacevoli parole? devete aver bisogno di me. Tutta la notte v'ho inteso suspirare, non so se da amore o da umore. Ditemi, che avete? PIRINO. All'infermo dá piú noia l'aver a raccontare a ciascun la sua infirmitá, che l'istessa febre. Se lo sai meglio di me, perché farmelo dire?
PIRINO. Caro signore, con che parole poss'io corrispondere a tanta affezione, conoscendo che mi ama sovra il mio merito? qual uomo sarebbe al mondo piú ingrato di me, se non l'amassi con tutto il cuore?
PIRINO. Cosí si faccia. Ecco Alessandro. Voi proprio desiava incontrare, caro Alessandro. ALESSANDRO. Che comandate, carissimo Pirino? PIRINO. Vengo a ricever grazia e favor da voi.
MANGONE. Se la vedeste adesso, non la riconoscereste, cosí son gli occhi scoloriti e le labra smorte e sparito il fior delle guancie. Io son furbo e conosco al naso le sue infirmitá. Ella sta martellata di Pirino; e quando intese ch'era stata compra da voi, trafitta dalla disperazione, le venne quello accidente.
Padre mio caro, abbi pazienza per questa volta: amor che vince ogni cosa, vince ancor me: perda il tutto e acquisti Melitea. Forca, ti do in mano il freno d'ogni mia volontá. FORCA. Bisogna far un inganno a vostro padre. PIRINO. Se non basta a mio padre, fallo a mia madre, fallo a me ancora. FORCA. Conosco che sète un di quei che bisogna fargli ben per forza: bisogna aver animo per me e per voi.
Cerchiamola in presto da alcun amico. PIRINO. Cercali tu da parte mia. FORCA. Se non han credito a voi, come l'aranno a me? PIRINO. Come cerchi danari in presto ad un amico, subito ti risponde che non gli ha e ti diventa inimico. FORCA. Pigliamoli ad usura. PIRINO. Non mi piace. FORCA. A chi vuol dormir con l'innamorata, bisogna trovar la pecunia, padrone.
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