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Felice te! che il regno ampio dei venti Ippolito a' tuoi verd'anni corresti, E se il pilota ti drizzò l'antenna, Oltre all'Isole Eolee, d'antichi fatti Certo udisti suonar delle Carridi I liti.

Si mise il vento; fu spiegata la vela quadra che un istante palpitò malsicura: li uomini, rotti dalla fatica, si accasciarono sotto i banchi all’ombra. E il pilota, ch’era un erculeo vecchio della terra di Natolia, chiomato come un barbaro, scorse tre fuste di corsali appressarsi dalla parte di levante, e disse, piegando i ginocchi davanti al fanciullo:

Ma quella sera il mare era cheto e tranquillo come l’acqua in una scodella. Il pilota che aveva accompagnata il giorno innanzi la spedizione del notaio fin sotto alla Punta Santa, assicurava di avere diligentemente osservate le acque all’andata e al ritorno.

Così si parte col pilota inante il nochier che gli scogli teme e 'l vento; e poi che 'l porto e i liti a dietro lassa, spiega ogni vela e inanzi ai venti passa.

Sono italiani: ecco, riconoscono la bandiera della patria a poppa della nave che passa, si sollevano dal lavoro, guardano pensosamente, e salutano. Si appressa un vaporino, una scala è gettata e compare il pilota sul ponte. È italiano.

Rodrigo di Escobedo, regio notaio, cavò dal giustacuore un rotolo di carta, lo dispiegò, e lesse ad alta voce trenta nomi di marinai; e questi, ad uno ad uno, usciti dalle ordinanze, andarono a mettersi in fila, a pari con Pedro Gutierrez, primo pilota della Santa Maria.

S. Matteo c. 16 v. 64. Oggimai però torna vano spendere parole intorno a questo argomento, che il Congresso, mancata la Inghilterra, non si può fare; la vescica di Francia cadde sgonfiata al penetrare della punta di un ago inglese. Fin qui la fortuna arrise al Napoleonide, e mentre dura il vento prospero ogni uomo par pilota; adesso, che si mette alla burrasca gli spropositi fioccano, e veramente è tale questo della proposta del Congresso, dacchè avendo il fino che gi

Del resto, a bordo della Nina restava un pilota, e parecchi uomini di guardia con lui. La presenza di messer Damiano non era dunque necessaria.

"Ciascuna delle dieciotto grosse navi che stavano preste nel Porto di Como verrebbe armata di quattro cannoni e porterebbe quaranta uomini d'armi, cioè venti bombardieri e venti archibugieri, oltre dieci rematori e un pilota; ad ogni nave presiederebbe un capo-bandiera, ad ogni tre un capitano. Alessandro Gonzaga terrebbe il supremo comando quale ammiraglio e generale di tutta la flotta.

Han tali balzi le tue onde verso le nubi viaggianti, ed una linea tenue divide dall'Azzurro il tuo azzurro, che è una delizia infinita partire fra le tue braccia senza pilota, senza vela e senz'alberi, sia pure a nuoto... sia!... purchè si parta verso l'arco profondo e affascinante dell'orizzonte che sussulta lontano!...