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Aggiornato: 4 giugno 2025
Tanto gli è ver ch'egli era cavaliere, che, benché la commedia a mezzo sia, la paga die' alla porta interamente con un sussiego d'uomo indifferente. Al numer diciassette è per picchiare. Questa è dicea delle belle sorprese; in trasporto vedrò Ferraú andare, venirmi incontro con le braccia tese. Ma spesso avvien il contrario al pensare.
Perchè.... in caso di bisogno... io sento d'averne una dentro una calzetta.... Son le due pomeridiane, sento picchiare alla porta, Chi è? Se permette.... Entra un giovinetto a me sconosciuto, ma pure di aspetto simpatico.
Cessato l'impeto, e quando il pianerottolo era ridiventato solitario, la vecchia usciva di soppiatto dalle proprie camere, si guardava intorno colla testa tremante entro la larga cuffia di seta nera, scendeva due scalinate ed andava a picchiare all'uscio, della signora Nina, una giovine vedova che viveva con uno zio pieno di acciacchi, amico di Sulpicio.
E siccome non cessava di picchiare con un pezzo di riga sulla spalla e sulla testa della povera donna, alle grida, ai pianti di costei, sì risvegliò la casa, si aprì qualche finestra, comparvero dei lumi e cominciarono gli uhè.... di sotto e di sopra.
Queste notizie gli vennero date da un altro ufficiale giudiziario, il quale anzi raccomandò di dire al collega malato che quella tal citazione verrebbe fatta prima del mezzodì. E Giusto via, a picchiare alla porta del suo terzo cugino.
Quello della carota? No... suo fratello, Eh! eh! eh! Carlinetto si appoggiò al pianoforte per rider meglio. L'ho poi trovata la carota quella famosa notte soggiunse, rivolgendosi al Cavaliere ma ho dovuto picchiare alla porta di tre erbivendole, finchè ne trovai una più pietosa che me la buttò dalla finestra.
In viaggio, ogni volta che ho passata la notte a scrivere in una camera d'albergo, allo scoccare delle undici ho detto tra me, con tristezza: Oh! se sentissi picchiare nel muro, quanto lavorerei più volentieri!
Unico segno di risentimento di quell'uomo corretto come una somma giusta era un picchiare nervoso della bacchettina sul tronco della vicina pianta. Il giovane sosteneva il noioso interrogatorio con un viso duro, provocante, in cui passavano dei guizzi ironici.
E dal di fuori si tornava a picchiare, ed una voce dolcereccia cacciava dentro pel buco della toppa queste parole: Aprite: son io. Gli è proprio lui. Mi vien voglia di rispondergli che in casa non c'è nessuno. Antonio fece forza per darsi un contegno tranquillo ed un fermo aspetto, e si mosse per andare ad aprire.
L'occhio del duca, in tutte quelle operazioni, era fisso sulla faccia impassibile del dottore: e gli domandava ansioso, colla voce debole: E così, dottore?... Dunque?... Dunque?... Il dottore continuava a non rispondere, ad ascoltare, a picchiare. Evelina chiudeva le gelosie, abbassava i trasparenti della finestra. Dunque, dottore?... Sto peggio?
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