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Aggiornato: 19 giugno 2025
Le stazioni sono graziosine; casette da due piani, attorniate, accarezzate, prese d'assalto da famiglie di piante rampicanti, aperte nel mezzo da una gran sala d'aspetto, che durante l'inverno si chiude tutta con una grande invetriata. Gente, in queste oasi ferroviarie, pochina; se non fosse lo chocolat Mènier, o un Pas de concurrence possible, che vi perseguita anche l
l'un de li quali, ancor non e` molt'anni, rupp'io per un che dentro v'annegava: e questo sia suggel ch'ogn'omo sganni. Fuor de la bocca a ciascun soperchiava d'un peccator li piedi e de le gambe infino al grosso, e l'altro dentro stava. Le piante erano a tutti accese intrambe; per che si` forte guizzavan le giunte, che spezzate averien ritorte e strambe.
72 Non sapea il Saracin però, che questo, ch'egli seguia, fosse il signor d'Anglante: ben n'avea indizio e segno manifesto ch'esser dovea gran cavalliero errante. A lui mirò più ch'a Zerbino, e presto gli andò con gli occhi dal capo alle piante; e i dati contrasegni ritrovando, disse: Tu se' colui ch'io vo cercando.
Egli le obbligava a guardare ed a riconoscere i mille mondi che si agitavano intorno a loro nel raggio di sole e nella gocciola d'acqua, nell'erba, nelle piante, nell'aria. Del mondo propriamente detto non parlava mai; esse potevano credere che finisse ai piedi della loro montagna.
Osservavo, salendo adagio fra le montagne, che la natura, mia vecchia amica, dopo due anni di silenzio, incominciava a parlarmi ancora. Bisogna essere un visionario inutile per sapere che gioia è questa di sentirsi in istato di grazia presso i sassi, le acque o le piante. Mi parve un segno che avrei finalmente potuto scrivere. Quando la montagna mi parla, il primo effetto n'è una dolcezza malinconica, un molle desiderio di sciogliermi nella vita delle cose; ma poi viene il fervore del concepire e la facilit
Lo Navarrese ben suo tempo colse; fermo` le piante a terra, e in un punto salto` e dal proposto lor si sciolse. Di che ciascun di colpa fu compunto, ma quei piu` che cagion fu del difetto; pero` si mosse e grido`: <<Tu se' giunto!>>.
Pei meandri intricati della selva i miei capelli si sciolsero e piovvero su di essi fogliuzze di robinie e profumati fiori di calicanto. Nell'erba umida le mie scarpe leggere perdettero ogni consistenza ed io sentivo il terreno molle sotto le piante dei piedi.
E a la sedia che fu gia` benigna piu` a' poveri giusti, non per lei, ma per colui che siede, che traligna, non dispensare o due o tre per sei, non la fortuna di prima vacante, non decimas, quae sunt pauperum Dei, addimando`, ma contro al mondo errante licenza di combatter per lo seme del qual ti fascian ventiquattro piante.
Secondo che vogliono coloro, li quali le virtú delle piante ovvero la loro natura investigarono, il lauro tra l'altre piú sue proprietá n'ha tre laudevoli e notevoli molto: la prima si è, come noi veggiamo, che mai egli non perde né verdezza, né fronda; la seconda si è, che non si truova questo albore mai essere stato fulminato, il che di niuno altro leggiamo essere avvenuto; la terza, che egli è odorifero molto, sí come noi sentiamo: le quali tre proprietá estimarono gli antichi inventori di questo onore convenirsi con le virtuose opere de' poeti e de' vittoriosi imperadori.
La primavera sospirava più forte con gli spasimi dei fiori, col susurro delle piante in amore, e nell'aria salivano odori soavissimi e freschi soffi di zeffiri. In una bella giornata profumata si svegliò il canarino a un pispiglio sommesso. Una passera aveva fatto il nido di rimpetto.
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