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Aggiornato: 19 giugno 2025


Lo terzo, che di sopra s’ammassiccia, porfido mi parea, fiammeggiante come sangue che fuor di vena spiccia. Sovra questo tenëa ambo le piante l’angel di Dio sedendo in su la soglia che mi sembiava pietra di diamante. Per li tre gradi di buona voglia mi trasse il duca mio, dicendo: «Chiedi umilemente che ’l serrame scioglia».

Tutto era calmo: terra e piante riposavano tranquillamente dalla fruttificazione dell'estate in un rigoglio di verde più scuro, giacchè tutte le messi erano state raccolte meno l'uva, penzolante tuttavia dai tralci in grappoli bruni o biondi agli ultimi raggi del sole. Non si vedevano stagni, maceri, praterie vuote, rialzi brulli o sassosi.

vegnati in voglia di trarreti avanti», diss’ io a lei, «verso questa rivera, tanto ch’io possa intender che tu canti. Tu mi fai rimembrar dove e qual era Proserpina nel tempo che perdette la madre lei, ed ella primavera». Come si volge, con le piante strette a terra e intra , donna che balli, e piede innanzi piede a pena mette,

Non perdete vigor, saldi le piante, Di sdegno il petto, o Cavalieri, empiete; Pronti le mani a l'armi, aspri il sembiante, Fuggite voi, se me fuggir vedrete. Ei diceva, e sospingeasi avante. Allor chi spada, e chi ferrato abete, E chi punta di stral bagnò nel sangue; Ma pure il Turco in guerreggiar non langue.

Come le rane innanzi a la nimica biscia per l'acqua si dileguan tutte, fin ch'a la terra ciascuna s'abbica, vid'io piu` di mille anime distrutte fuggir cosi` dinanzi ad un ch'al passo passava Stige con le piante asciutte. Dal volto rimovea quell'aere grasso, menando la sinistra innanzi spesso; e sol di quell'angoscia parea lasso.

La fantasia mi riportava sovente a colei che stava in cima dei miei pensieri, e l'immaginazione giovanile si piaceva dipingermi la vita al suo fianco in una di quelle villette circondate da ombre misteriose di fitte piante, e abbellite di fiori che eccitavano la mia ammirazione.

Partì come una freccia coll'jatagan in mano, dirigendosi verso un macchione di piante di palme dal quale era partito il grido e sbucò in una piccola radura. L

E va e va e va; salta salta salta; e l'aria sibilava rotta dal gran galoppare. Sbuffavano cavallo e cavaliere, e sparpagliavansi intorno sabbia e scintille. Deh, come fuggivano a destra, come a sinistra fuggivano, e montagne e piante e siepi! Come fuggivano a sinistra, a destra, e ville e cittá e borghi! E tu hai paura, o mia cara? Vedi bel chiaro di luna! Arri arri arri!

Si costeggiava la sponda del canale, sempre in mezzo alle piante. Ad un certo punto incontrammo l'ostacolo che io gi

Aveano in questi i poltron paladini storia, commerzio e gran filosofia, tutto per dieci o quindici carlini, semi, piante, scoperte, geografia, manifatture, macchine, mulini, novelle, agricoltura, chirurgia, mediche controversie e pro e contrario, e carta da fregarsi il taffanario. Marco e Matteo non eran piú scrittori, ché di seccar le coglie erano rei.

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