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Aggiornato: 2 giugno 2025
Perdonate, diss'egli, chiudendosi rabbiosamente sul petto quella mano che la giovinetta aveva respinta da sè, ma io vi amo, vi ho sempre amata; eravate bambina ed io gi
Anche poeta? Mi direte curiosa. Colpa vostra; perchè lasciare sparsi sullo scrittoio ed in evidenza questi fogli...? Ah avete letto...? Dei versi? Belli. Sì, mi diverto qualche volta per non saper che fare. Mi perdonate l'indiscrezione? Che non vi perdonerei? Allora prendo coraggio. Sì, prendete coraggio. Chi è? Chi? La donna che vi ispira. Me lo domandate! Ingrata. Ah no. Non sono io.
Ma il professore ne la impedì: No, Loreta, aspettate ancora un momento, non andate via così. Voglio che voi mi assicuriate che non mi tenete carico se io apparisco talvolta così chiuso in me stesso. Non è colpa mia se son fatto a questo modo. Vi ricordate che anche la mamma me ne rimproverava sempre.... E prendendo con mano tremante una delle mani di lei: Mi perdonate, non è vero? le dimandò.
Più adagio, ella disse con un fievole sorriso. Non posso affrettarmi io. Perdonate, risposi, rallentando il passo. Non siete guarita? Colle vostre cure assidue? mormorò Laura in tono di corruccio. Non sono guarita; faccio la disperazione del mio medico.
A pochi passi dalla casa s'imbattè nel signor Van Osten che usciva. Aldo lo salutò rispettosamente; ma Van Osten si fermò ad accendere un sigaro e parve non accorgersi del suo saluto. Aldo trovò la giovane signora nel salone, sola; era vestita di nero, colle spalle nude, e coperta di brillanti. Pareva agitata e incollerita. Siete in ritardo, esclamò, vedendo Aldo. Perdonate! scongiurò lui.
LARDONE. Se mi perdonate un fallo che ho commesso in questo fatto, strassinato dalla gola, vi spianarò il tutto in due parole. LIMOFORO. Se dici il vero, ti sará perdonato. LARDONE. E che sicurtá me ne date? ANTIFILO. Io sarò il tuo mallevadore. PEDANTE. Ed io il tuo fideiussore.
Eppure quel giorno Camilla, traviata dalla gelosia, non era alla solita altezza. Esse risposero sorridendo ai saluti di coloro che entravano. Perdonate, principessa, la mia brusca partenza, disse Federico inchinandosi a donna Maria. Oh che dite, cugino? Siete in casa di buoni parenti; trattateci come tali: noi lo desideriamo, n'è vero, principe? E si volse sorridente allo sposo.
Ma che cosa ho fatto io per essere da voi odiato?... In altri tempi, una persona come me non sarebbe stata odiata da voi: anzi voi l’avreste accolta con cortesia, con molta cortesia.... Clelia Carsanti Suppongo. Clelia Non avete il dritto di fare delle supposizioni sul conto mio. Carsanti Perdonate.... Non ho la menoma intenzione di offendervi, nè d’irritarvi.... Clelia
Quella donna, della quale un angelo come voi non potrebbe essere geloso, l'ho conosciuta; è vero, non ci pensavo, ma il mondo è così stupidamente fatto, che per lei ho dovuto arrischiare inconsideratamente la mia vita e ferire un compagno. Però essa non mi è mai entrata nel cuore: mi credete, non è vero? Sì. Allora mi perdonate.
Tanto meglio! disse allora Aloise. Debbo dir due parole al Pietrasanta, al Giuliani. Amici miei, vi ho fatto un tristo regalo. Perdonate! A che gioverebbe l'amicizia, se non potessimo fare assegnamento sovr'essa pel nostro bisogno? Ora io vi prego di un'ultima grazia.... Portatemi stasera alla Montalda.... Sar
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