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Aggiornato: 10 giugno 2025


Certo non si rischia molto assicurando fin d'ora che non è un eroe un nostro vecchio conoscente, il signor Oreste, comandante di una di quelle strane pattuglie nella notte tra il 21 ed il 22 marzo. Il signor Oreste, ch'è padrone d'una delle principali osterie in Cannaregio e che ha la sua buona dose di vanit

Corteo lentissimo. Davanti a noi i cavalleggeri al trotto si fermano e mandano pattuglie in avanscoperta. Ci fermiamo, poi lentamente avanti. Caldo nauseante di olio bruciato nella mia blindata chiusa. Il rumore del motore con nota d'organo ostinata mi d

Adesso tutto il mondo sa che Garibaldi, congedati gli avanzi dell'esercito col quale era sfuggito alla capitolazione di Roma, erra sul littorale di Ravenna in cerca di scampo: spie e pattuglie lo cercano.

Dopo parecchi giorni di giri e rigiri per la pineta colle pattuglie nemiche sempre alle calcagna, Garibaldi si decise per consiglio di coloro che lo proteggevano ad abbandonarla. Siccome l'unica via era quella di Toscana, fu scritto a Don Giovanni. Non gli si poteva indicare il giorno, ma lo si avvertiva di trovarsi dalla sera all'alba presso la dogana delle Balze. Così la rivoluzione finiva dopo un lustro circa dove era scoppiata l'insurrezione. Egli non vi mancò. Tutte le notti andava solo, mutando strada, armato, a questo appuntamento, dal quale dipendevano le sorti dell'Italia. Nessuno ne sapeva nulla: le sue abitudini di cacciatore lo protessero anche questa volta. Erano aspettazioni tremende. Accovacciato sopra la strada dietro un rialzo, dominandola per quanto le sue sinuosit

Spuntava l'alba del 12. Forti pattuglie di cavalleria in attitudine di guerra percorrevano le vie della citt

I patrioti che accorsero al segnale dello scoppio furono arrestati dalle grosse pattuglie che sbarravano le vie. Al Campidoglio, a Piazza Colonna, gl'insorti erano sbaragliati. Solo resisteva ancora la Porta San Paolo. E contro quell'ultimo baluardo della libert

Infatti pattuglie delle guide a cavallo avevano rapportato che avamposti nemici stavano sulla strada tra Rezzato-Castenedolo e Villa-Boffalora. Per non lasciarsi dietro al suo fianco destro truppe nemiche prossime, scaglionò i suoi sei battaglioni nel modo seguente.

Ma nella Settimana Santa del 1857, sorse un grande avvenimento. Tra la Confraternita capitanata da Don Fileno d’Amelio e l’abate Cennamele, coadiuvato dai satelliti parrocchiali, scoppiò la guerra; e ne fu causa un contrasto per la processione di Gesù morto. Don Fileno voleva che la pompa, fornita dai congregati, uscisse dalla chiesa della Confraternita; l’abate voleva che la pompa uscisse dalla chiesa parrocchiale. La guerra attrasse e avviluppò tutti i cittadini e le milizie del Re di Napoli, residenti nel forte. Nacquero tumulti popolari; le vie furono occupate da assembramenti di gente fanatica; pattuglie armigere andarono in volta per impedire i disordini; il conte arcivescovo di Chieti fu assediato da innumerevoli messi d’ambo le parti; corse molta pecunia per corruzioni; un mormorío di congiure misteriose si sparse nella citt

A San Lorenzo e Damaso una compagnia di Antiboini, che traduceva un drappello di prigionieri romani, fu assalita dal popolo, costretta a lasciare i prigionieri, e cacciata in fuga. Altre pattuglie venivano nello stesso tempo aggredite con bombe all'Orsini verso piazza di Pasquino, a Santa Lucia della Chiavica, alla Trinit

Il generale, lasciata una parte delle truppe a guardare il paese, mosse col resto delle sue forze per la via di Cornuda, ove giunto alle ore 5 pom. fece prendere ai suoi posizione sulle colline circostanti, mentre mandava grosse pattuglie a perlustrare sulla strada dalla quale si attendeva il nemico. Poco prima del tramonto la compagnia dei bersaglieri del Po, che stava appostata sulla collina di destra, incominciava il fuoco contro l'avanguardia nemica che di poco precedeva il grosso delle truppe, per cui ben presto il fuoco fu acceso su tutta la linea; questo durava da un'ora circa e cessava da parte del nemico che suonò a raccolta. Era certo che questo aveva voluto limitare la sua azione ad una ricognizione, e sicuro che l'indomani sarebbe stato attaccato da forze superiori il generale Ferrari dispose di ritirarsi dalle posizioni avanzate che occupava colle sue giovani truppe e di disporre una nuova linea di avamposti al di l

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