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Aggiornato: 25 settembre 2025


Cinque giorni dopo la battaglia io mi recai a Mentana con alcuni amici romani per visitarla. Fu una passeggiata incantevole attraverso la tranquilla campagna, sotto il sole puro e il cielo nitido di novembre. La via Nomentana era animata soltanto da gruppi di soldati. Sull'Aniene erano ancora attendate le vedette francesi. Passavano ancora carrozze che trasportavano feriti.

Quello sguardo mi rassicurava pienamente con effetto istantaneo, ma poi a poco a poco, a cagione di nuove reazioni, quella persuasione scemava colle ore che passavano, col sole che tramontava, col buio della notte che mette in dubbio ogni cosa. All'indomani nuova prova e nuovo trionfo, indi nuove lotte fra la speranza e la ragione, fra la fede ed il dubbio.

Questo discorso fu fatto con piglio modesto dalla contessa, in quella che i suoi occhi non si dipartivano dal volto di Lorenzo, quasi interrogando i pensieri che gli passavano per la mente. Ed ebbe a rallegrarsi della sua attenzione, perchè Lorenzo aveva seguito con manifesta ansiet

Sopra di lei un tetto di tela grigia, intorno a lei dei muri di tela grigia... Ah, ma i muri ondeggiavano, si aprivano un poco, e lasciavano penetrare la luce. Valeria vide delle case che passavano... e dei pezzi di negozio... e delle persone... La portavano per la strada... Che cosa aveva alla bocca?

Il giorno 19 aprile le truppe Romane di linea e volontari, alle quali eransi uniti il battaglione volontari di Ancona ed altri delle Marche, la Legione Romagnola di Ferrara, passavano il Po, e si mettevano in marcia verso Montebelluno. Il generale Durando Comandante in capo di queste truppe colla prima divisione trovavasi gi

E mentre nel suo coupé, foderato di velluto nero, circondato di limpidi cristalli, tutti chiusi in quel punto, da' tre lati, la principessa leggeva quell'immondo pezzo di carta, passavano in altri coupés le sue amiche, tutte elegantissime, raggianti, e avveniva un vivace scambio di saluti con le dita inguantate, e di sorrisi.

Lo stesso Hamed Ben Kasen Buhamei, fermo sopra un rialto di terreno vicino all'accampamento, pareva che guardasse con compiacenza quei bei cavalieri che gli passavano dinanzi a grossi drappelli, silenziosi, gravi, cogli occhi fissi all'orizzonte, come avanguardie d'un esercito la mattina d'una giornata di battaglia.

Questa ed altrettali bricconerie non passavano sempre inosservate, sempre impunite.

Oh quanto era lontano dagli appartamenti della marchesa e dalle sale di Versailles! Nel suo occhio ingrandito mille visioni passavano. Eran figure di donna, ma figure celesti che non rassomigliavano agli angeli della terra; non erano più i sontuosi abiti di broccato e di raso, le alte pettinature incipriate, i visini aristocratici e imbellettati, ornati di qualche neo, le scarpette a talloni rossi, i ventagli miniati; erano vesti bianche e cadenti, eran pupille azzurre e pure, eran chiome lunghe e finissime, erano sguardi pieni di bont

Non si riscaldava che al solo suo arrivo: anzi, appena ne udiva il passo per le scale, le mani le bruciavano come per febbre, il sangue le dava una vampata alla faccia. Ora essa gelava, coi brividi che le passavano sul volto bianco, che le ammollivano le radici dei capelli fulvi. Da dieci giorni egli mancava da quella stanza. Lei lo aspettava ogni giorno.

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