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Aggiornato: 25 maggio 2025


Sotto i portici bui, ne’ casolari dispersi, ognuno parlava della Vergine di Massabielle, comparsa davanti la caverna degli spini alla segnata nel divino amore, che fu pascolatrice di agnelli nelle praterie di Bartrès, alla pallida figlia del mugnaio Soubirous, a quella che sui duri ciottoli della contrada camminava con un passo di gatta, lungo il muro, trasognata, senza guardare alcuno.

Ed era quella opaca voce dei mercanti di religione, lenta e continua, dolorosa come uno stillicidio, che si alzava da mattino a sera nel cielo di Lourdes lasciava partire i pellegrinaggi prima di averli spremuti; era quella voce inesorabile, sotto la quale si nascondeva l’altra, più sommessa, più súbdola, pei monaci asseragliati nei freddi monasteri, l’unica fattrice di tutte le opere, quella che alimentava l’insaziabile fame del Tempio, gremiva i suoi forzieri, tempestava d’oro i suoi marmi, volgeva in tremenda potenza il sogno dell’umile pascolatrice.

E torneranno alle Fontane del Miracolo i greggi degli eterni miserabili, a dimenticare nel sogno d’un’umile pascolatrice il sogghigno freddo e sarcastico dell’uomo che si chiamò Voltaire. Hai una treccia che ti veste, Madlen, come il fiocco abbrunito dal sole veste la pannocchia del grano...

Ora, quando cadde l’inverno, Bernadette Soubirous, la figlia del mugnaio, la pascolatrice di Bartrès, quella che dormiva sul pagliericcio umido nel vicolo des Petits Fossés, la perduta in Cristo, compiva i quattordici anni.

Questa era una pascolatrice d’agnelli, nata nella casa di poverissima gente; nulla sapeva, tranne che recitare il Rosario. Camminando per l’alta erba davanti alla sua mandria bianca, faceva passare i granelli della Corona fra le sue dita scure come ghiande.

Ma ella non era che una pascolatrice d’agnelli, nutrita con poco pane e qualche ciótola di latte nel tugurio del mugnaio Soubirous; la sera tornava dal rumore delle moltitudini, con la sua treccia piena di vento, alta e pallida, senza guardare alcuno.

Di sera, quando tutto il borgo era nella chiesa, ella pure vi entrava, per l’ultima, non tra le fanciulle, non tra gli uomini, sola, in disparte; s’inginocchiava. Era fredda; i suoi lisci capelli neri le cadevan su gli occhi luminosi; usciva di ; un colore di paradiso entrava nell’anima di questa pascolatrice.

Or che il Vescovo, e tutto il clero, e tutto il popolo sapevan del messaggio divino, che per il labbro della pascolatrice di Bartrès prediceva la costruzione della Basilica, un numero immenso di fedeli era sempre davanti la grotta, e le visioni de’ credenti si moltiplicavano e la speranza del miracolo era in tutte le anime.

Forse, nell’anima sua di pascolatrice, tra quel fragore immenso della solitudine, ripensava le praterie di Bartrès, quando, in sul finire d’Aprile, tutto si profumava di mughetti, quando, nel dolce Settembre, la foresta diventava un prato di ciclamini.

Questo era il sublime rivolo, che dissuggellò dal macigno la mano lieve della pascolatrice.

Parola Del Giorno

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