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Aggiornato: 14 luglio 2025
Parlava d'una terribile carestia, cosa non rara nel secolo scorso. Due versi di quel canto però mi erano sembrati troppo letterari e non glielo nascosi. E allora il Vigo, ingenuamente, mi confessò che lo aveva un po' aggiustato lui.
Ed egli da tutto il suo cuore amava la cortigiana di Mágdala, quella che i citaredi cantavano più bella fra le donne di Galil, quella che non sapeva liberarsi dall’odore delle sue fine ciprie, dal peso de’ suoi fulgenti braccialetti, quella che tentava di sè il vero liberatore degli uomini, e lui guardava, ed a lui parlava con la sua voce profumata come il vento, e sempre gli diceva con amore:
Costanza. Quegli che detesti. Mortella. Ah, come puoi dir questo? Costanza. Quando parlava, tu pendevi dalle sue labbra. Quando era per giungere, non contenevi la tua impazienza. Spiavi il suo arrivo dal Belvedere. Ti precipitavi per le scalee a incontrarlo. Mortella. Non è vero. Costanza. Sapevi che gli piacevano le violette di marzo, e passavi ore e ore a cercargliene nel lecceto.
Un giorno o l'altro, non si sa bene quale, la moglie del pittore prese un amante. Era quasi sempre sola, disoccupata, trascurata per quei quattro palmi di tela dipinta diceva lei. Poi questi grandi artisti non sono nati per essere buoni mariti soggiungeva lei. E lo tradiva tranquillamente. L'amante veniva in casa, come tanti altri, sedeva al desco di famiglia, s'interessava alle cose di casa. Il marito non aveva sospetti. Stringeva la mano amichevolmente di colui che gli rubava la moglie. Tutti lo sapevano, fuorchè lui. È la regola; è nell'ordine delle cose. Lui, veramente solitario, veramente abbandonato, d'istinto dipingeva quadri stupendi. Uno anzi, bellissimo, lo comprò l'amante per dodicimila franchi. Questa vergogna si seppe; solo il marito non la seppe. Quando il marito parlava della bont
Poco stante era cominciata la corrispondenza. In tre pagine di quelle proteste e di quei giuramenti senza fine, che scaturiscono tanto spontanei dalla punta di una penna di 19 anni, Aldo parlava alla sua Leopoldina di futuro matrimonio. Leopoldina aveva allora 21 anni, tre o quattro più del giovanetto.
La nostra fama di coniugi esemplari durava tuttavia, a quanto potei capire; davanti a noi si parlava senza paura di felicit
Sì, che lo deve sapere: ribattè con qualche risentimento Alberto, perchè dianzi Lograve le parlava di me... Oh! l'ho ben visto... Che cosa le diceva? Ho pure il diritto di saperlo. Io non so se lei abbia questo diritto: ma so bene che io non ho il dovere di parlarne... e non dirò nulla.
Nella voce, con cui il duca gli rispose, si sentiva il pianto. Si parlava molto del delitto, di cui era accusato Roberto. Alla indignazione verso di lui succedeva un sentimento di piet
Mentre Vittor Hugo parlava a bassa voce con un suo vicino, io attaccai discorso con un signore accanto a me, un uomo sulla cinquantina, d'una bella fisonomia d'artista; il quale, dopo poche parole, mi disse ch'era amico di Vittor Hugo, e che qualche volta scriveva delle lettere in nome suo. Fra le altre cose gli parlai dell'emozione che avevo provata la mattina salendo le scale.
Sentì salire un groppo a la gola e scoppiò in pianto. «Coraggio! le sussurrò presso una voce commossa e carezzevole. Iddio ha voluto così; non si può andar contro a' suoi voleri! Chi le parlava?... chi era con lei e la guidava a casa attraversando il cortile? Levò gli occhi su 'l volto pallido del suo compagno; l'ingegnere Del Pozzo.
Parola Del Giorno
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