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Aggiornato: 29 maggio 2025
Eppure anch’egli aveva sentito il bisogno di veder camminare accanto a sè la bionda femmina del terrestre amore, quella che non sapeva liberarsi dall’odore delle sue fine ciprie, dal peso de’ suoi fulgenti braccialetti, l’amica dei centurioni prepotenti, la danzatrice ignuda nei conviti ove spremuto rideva il grappolo delle vigne di Galaad...
E la sua bocca nuova come la primavera mi fece pensare alle notti del pallido Uomo di Galil, quand’Egli dormiva sotto le stelle, vicino alla cortigiana di Mágdala, quella che non sapeva liberarsi dall’odore delle sue fine ciprie, dal peso de’ suoi fulgenti braccialetti, bella come la rosa che nasce nei fragranti giardini del Libano, l’intrisa di tutti i peccati, l’amica dei centurioni prepotenti, la danzatrice ignuda nei conviti ove spremuto rideva il grappolo delle vigne di Galaad...
Ed egli da tutto il suo cuore amava la cortigiana di Mágdala, quella che i citaredi cantavano più bella fra le donne di Galil, quella che non sapeva liberarsi dall’odore delle sue fine ciprie, dal peso de’ suoi fulgenti braccialetti, quella che tentava di sè il vero liberatore degli uomini, e lui guardava, ed a lui parlava con la sua voce profumata come il vento, e sempre gli diceva con amore:
Il negozio nel quale entrai, odorava largamente di profumi stranieri, di saponi e di cosmetici, di acque e di ciprie; lungo e stretto, era in giuoco a una diversa luce, che a me, rimasto presso il limitare, non permetteva di scorgere le persone del fondo; ne venivano voci confuse. Poi le voci e le persone s'avvicinarono, costringendomi a volger la testa per un fruscìo di sottane.
Parola Del Giorno
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