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Aggiornato: 26 giugno 2025
Anche nell'Urania, il Manzoni dice ch'egli ambì la fama di poeta italiano fin dai passi primi nel terrestre viaggio: Da' passi primi Nel terrestre viaggio, ove il desio Crudel compagno è della via, profondo Mi sollecita amor che Italia un giorno Me de' suoi vati al drappel sacro aggiunga. Variante: "Di riposo e di gloria insiem desìo." Il Manzoni ed il Parini.
Questi versi sentenziosi del Parini dovettero far pensar molto il Manzoni, e persuaderlo; il Carme In morte dell'Imbonati ha perfetto riscontro di pensieri ed anche di parole con essi: Dall'alma origin solo Han le lodevol opre. Mal giova illustre sangue Ad animo che langue. Chi della gloria è vago Sol di virtù sia pago. Giustizia entro il tuo seno Sieda e sul labbro il vero.
Tonino aveva giurato di comporre un sonetto nella occasione del matrimonio, e andò tosto a chiudersi in camera; ma... non si nasce mica un Petrarca! pensò; e modificando l'idea si decise per l'Ode. Poi... caspita! non si nasce mica facilmente un Parini, un Giusti o un Leopardi! son genii quelli. Un Tonino Grim * non aveva gi
Egli, discepolo ideale del Parini, non cura le ricchezze, nè l'illustre discendenza, nè i palazzi, nè la gran signoria, nè il rumore di eccelsi fatti, perchè ne parlino i tardi nepoti; Giove, a lui più mite, lo obbliga ai versi. Ma quali versi? Oramai gli vennero a noia i sonanti, e però, prendendo nota di ciò che vede intorno a sè, che non è degno di poema, egli prosegue a scrivere umili sermoni, ad occuparsi di quella povera plebe, che sar
Nella sua prima maniera satirica il Manzoni parineggia; il Parini, egli non avea conosciuto di persona, se bene lo potesse per le relazioni che il poeta di Bosisio avea avute con la famiglia Beccarla. Quando il Parini morì, il Manzoni, quattordicenne, incominciava gi
Il Manzoni vecchio che, per timore di cadere, soleva sempre, quando usciva, farsi accompagnare, dovette spesso pensare al suo Parini. Avessi veduto che occhi fece, in quel momento! E pazienza gli occhi! Gli scappò nientemeno che questa frase: porchi de sciori! E tutti intorno la sentirono."
Il Manzoni, per sua natura, s'accostava, invero, più al fare un po' rigido del Parini che a quello pieno ed ampio, ma un po' reboante del Monti; quindi il Monti, che pur lo lodava tanto, desiderava in lui alcuna maggiore larghezza e rotondit
Noi abbiamo giá detto piú sopra come un'appendice, ch'egli aggiugnesse alla storia della letteratura italiana, riparerebbe alla trascuratezza con cui ne esaminò gli ultimi trent'anni del secolo scorso. Certamente non isfuggirebbono allora al guardo filosofico del nostro autore i meriti di tre illustri poeti recenti: l'Alfieri, il Parini ed il cavaliere Monti.
Allude all'Ode La educazione, che il Parini scrisse pel giorno natalizio del suo allievo undicenne Carlo Imbonati all'uscire da una malattia, e che incomincia: Torna a fiorir la rosa Che pur dianzi languia E molle si riposa Sopra i gigli di pria. Brillano le pupille Di vivaci scintille.
Nato al soccorso Di Grecia, il Parini rammenta al giovine Conte lombardo che può intraprendere ogni più ardua impresa per la patria Un'alma ardita, Se in forti membra ha vita. Così la poesia pariniana non è un vano giuoco, come non saranno mai pel Manzoni le lettore; tutta la sua letteratura è civile, anche dove scopre meno direttamente il suo intento educativo. Il Trionfo della Libert
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