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Aggiornato: 28 luglio 2025


Poichè in fondo all'agonia di fondare stato alla sua casa Lione si trovò con tre bastardi, Giulio cardinale poi Clemente, Ippolito e Alessandro, di un tratto preso da non so quale uzzolo di emulazione per Giulio II si mise a gridare: «fuori barbari!» A questo fine aizza l'un contro l'altro Francesco I e Carlo V, i quali non avevano bisogno di stimoli; al Papa piacevano Parma e Piacenza guadagnate da Giulio, e perdute da lui; onde ricuperarle bisognava romperla con la Francia; gli garbavano altresì molte provincie del regno di Napoli, e tutto, magari, se si potesse; ma per questo bisognava osteggiare lo Impero; scelse per amica la Francia; poi allo improvviso lasciata in asso la pratica si accorda con lo Impero: di qui la guerra che il Guicciardino descrive, e della quale fu parte: anco una volta ebbero a sentire i Francesi (comecchè non l'abbiano imparato mai) la terra d'Italia avere destinato i cieli per loro sepoltura; persero Milano, Lodi, Pavia, Como, e Parma e Piacenza; queste due citt

Papa Leone intanto, per quanto fosse l'amore che avesse alla poesia latina, e per quanto diletto gli derivasse dalla declamazione del poemetto latino, pure per quelle ore che dovette lasciar passare prima che arrivasse il Baglione, non fu più atto ad ascoltar altro, ed alzatosi dalla sua sedia, con somma impazienza movevasi per la gran sala passando da crocchio a crocchio, udendo tutti e non ascoltando nessuno.

Con la sua pancia pesante e le sue zampe ballanti lo scambierete senza dubbio, per un minuscolo elefante di pelle gonfiata.... E' il Papa, vedete?... E' il vostro Papa.... Tutti in ginocchio!... In ginocchio! In ginocchio!... Voi siete cattolici romani ed apostolici! Sua Santit

Scese in Italia con poca gente, pochi danari, s'abboccò con Bonifazio, risalí a Firenze, mutovvi il governo da' bianchi a' neri, che esiliarono i bianchi, e cosí Dante . L'anno appresso guerreggiò contra Federigo Aragonese, approdò in Sicilia; ma vi fu ridotto a cosí mal partito, che ne seguí finalmente la pace tra Francia, Aragona, Puglia e papa da una parte, e Federigo dall'altra, e ne rimase Sicilia a questo, secondo lo scritto per sua vita solamente, ma di fatto a sua famiglia poi . A tal fine contraria riusciva una delle ire di Bonifazio.

Di fatti persone ottimamente informate ci attestano tale lo stato degli animi dopo la partenza del Papa; chi amava non lui ma il papato per suo interesse cruccioso della turpe fuga desiderava nuovo e solido ordine di governo, per avere abilit

Se questo Papa fosse o no santo ignoro davvero: di certo so, ch'egli era imbecille, testardo, e malvagio, e la Chiesa sotto il suo pontificato si trovò ridotta a tale, che peggio non si può dire.

Il papa, alla vigilia della vittoria finale, disapprova la guerra con una lettera-enciclica, e santamente intenerito, stringe in un amplesso paterno i croati suoi figliuoli in Cristo; il granduca cospira occultamente con l'imperatore, e intanto spreme sugo di papaveri sulla Toscana commossa, e più tardi fugge; il re Bomba pensa a massacrare la Sicilia, richiama le truppe dal teatro della guerra nazionale, insanguina Napoli co' suoi svizzeri, e spergiuro e scellerato riconfermasi re assoluto.

Il Papa siede sublime sopra il capo di tutti, sotto un baldacchino di velluto cremisi ornato di frange di oro.

Si tira indietro e, levandosi il sajo, grida loro: Domani, a Bressanone, ventisette vescovi tedeschi e lombardi firmeranno con me la destituzione di Papa Gregorio VII: non Pontefice, ma monaco falso! Ordulfo (con gli altri due, scongiurandolo di tacere). Maest

Il Papa vien condotto prigioniero in Francia, perchè non ha voluto piegarsi all'onnipotente volont

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