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« Orsù, vediamo un poco... Qui sotto ci dev'essere una qualche ragione, ed io non sarò malcontento di saperla. « signore, la ragione c'è: una ragione che mi rende la vita del signor Pannini più sacra di qualunque altra, ma questa ragione è un segreto, ed io non lo posso dire a nessuno, nemmanco a lei. «La faccia del colonnello s'imbrunì minacciosamente.

«Le cose erano a questo punto, quando la circostanza tanto aspettata da Pannini avvenne pur troppo. Si era in piazza d'armi alle manovre, e Biale in mancanza dell'aiutante maggiore faceva egli siffatto servizio.

Il cassiere contò senz'altro come la mancanza di Pannini dal suo posto e quella delle cartelle del debito pubblico avessero gi

S'alzò da sedere e si curvò in un profondo inchino. Buon giorno: disse il banchiere senza neppure fare un saluto col capo: quindi cessando subito dal badare a Marone che se ne partiva, soggiunse parlando a Pannini: sedetevi costì, mio caro, che ho da farvi scrivere alcune lettere.

Allora si decise coraggiosamente ad aprire uno di quegli usciuoli e cacciarvi dentro la testa. Il signor Pannini? domandò egli. In quello scompartimento c'erano due giovani elegantemente vestiti che discorrevano: uno seduto ad una scrivania, l'altro in piedi accanto a lui.

No, rispondeva con pari accanimento Orsacchio spinto dalla ragione medesima: no per Dio! Avanti! gridò Pannini al postiglione, il quale gi

Ciò vuol dire che io mi prendo a cuore la sua domanda, signor Vanardi, e farò di contentare i suoi desiderii. Oh signore, la mia riconoscenza... Era destino che il povero Antonio avesse ogni fatta contrasti in quel suo passo di venire a parlare a Pannini.

Il domattina Selva s'affrettava verso la dimora di Vanardi a portargli la novella, che il signor Biale aveva assunto di raccomandarlo, e la sua lettera ch'egli doveva consegnare a Pannini. Giunto all'uscio del pittore, Giovanni udì nell'interno la voce della Rosina e quella d'un uomo che gli parve del signor Marone, cui egli conosceva eziandio.

«Pannini tornò al suo posto pallido e mordendosi le labbra. « Biale me la pagher

Guardò l'orologio, trasse di tasca un piccolo libriccino di appunti in cui consultò alcune noterelle scritte colla matita e battè con piede impaziente il tappeto del pavimento; poi si volse tutto d'un pezzo ad Antonio: Saprebbe dirmi lei se Pannini tarder