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Aggiornato: 21 giugno 2025


Gian Luigi seguì Angela a distanza di qualche minuto; e noi ci trovammo soli, per un istante silenziosi, Lidia in piedi avanti alla finestra, dove Gian Luigi aveva sciaguratamente evocata l'imagine di Laura. Dodici e mezzo! esclamò Lidia con un'occhiata alla pendola. È tardi!

A queste parole tenne dietro un friggío di burro e un profumo delizioso, che aggiustò la coscienza frusta di don Procolo, il quale per non guastare l'avvenire si era limitato sulla colazione. Andarono avanti e si trovarono in un salottino rettangolare, addobbato con un certo buon gusto. Sul caminetto ardeva un bel focherello e gli stavano davanti alcune poltroncine coperte di una tela bigia, con bottoncini bianchi e con bracciolini freschi di ricamo all'uncinetto. Un piccolo divano appoggiato alla parete lasciava a stento il posto per un pianoforte verticale, che reggeva due candele accese. Sul camino c'era la solita specchiera, la solita pendola di bronzo, fra due campane di vetro, coi soliti fiori di pezza. Qua e l

«Un'ora passò ancora così, e alla pendola del camino scoccarono le quattro. Allora il mio sangue freddo di nuovo mi abbandonò e fui preso da una orribile paura. Era d'uopo scrivere. Quella carta ostinatamente bianca dinanzi a me mi adirava. Cominciai risolutamente, in un modo qualunque, tanto per cominciare. Avevo scritto solo qualche riga, ma sentivo gi

Capisco, disse Aldo, solenne anche lui. La piccola signora Van Osten parve commossa: si coprì gli occhi col fazzoletto... Rideva?... Ed ora, disse Mrs Doyle con uno sguardo alla pendola, restate ad aspettarlo. Aldo restò. E tentò di tener viva la conversazione con qualche flaccida e innocua generalizzazione. Ma nessuno gli rispose. Mrs Doyle guardava nervosamente l'ora. E sua figlia sbadigliava.

Marta guardò con interesse gli occhi di velluto di Toniolo, accogliendo la supposizione che egli dormisse coll'immagine della donna amata: ma Toniolo indicò subito con la mano la fotografia, appoggiata sul caminetto, contro la pendola. Le assomiglia? chiese Marta. Mi pare di . Era una giovanotta rubizza, dalle forme pronunciate e dalla faccia ingenua.

Con poche parole ci ringraziò e licenziò per far entrare i due svedesi protestanti, che regalarono una pendola e un ombrello di seta rossa, privilegio del re in questo paese. Maderakal mi tradusse il dialogo che ebbe luogo e che qui riporto, perchè mostra il tatto e la finezza di re Giovanni. «Cosa veniste a fare, o signori, in queste terrecosì fece loro domandare.

Ma ecco che un altro suono le colpì l'orecchio: un suono dolce, staccato, regolare che pareva il lento battito d'una pendola. Quel suono le dava un senso di calma profonda e soave. Volse il capo sui guanciali e guardò. Era la culla!

Si sentiva così stanco; sfinito; le sensazioni gli si sbiadirono. Cadde in un sonno profondo..... Il racconto L'orologio a pendola battè le sei. Il dormiente tirò un profondo respiro, aprì gli occhi, girò attorno lo sguardo smarrito e chiese a stesso: Dove sono? Attorno a lui tenebre fitte; comprese però di trovarsi sul suo letto buono, nella sua stanza. Un sogno! mormorò. Ho sognato.

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