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Aggiornato: 16 luglio 2025
Ma poi che 'l bel mattin per l'aria pura D'oro lucido e d'ostro il ciel dipinge, Alle piume Ottoman pronto si fura, E veste i regj manti, e 'l brando cinge. Allor Bostange, i cui pensier la cura Degli aspri assalti vigilar costringe, Inchino fassi al gran tiranno appresso; E così favellava in suon dimesso: XIII
Proviamci a l'armi, e d'acquistar si tenti L'alta vittoria ad Ottoman dovuta; Non disperiam, che tra l'armate genti De la guerra il tenor spesso si muta. Udendo il cavalier sì fatti accenti, Nessun periglio di morir rifiuta, Vago de l'opre e de gli essempi altieri, Cotanto arde Megera i suoi pensieri.
L'orgoglioso Ottoman, che i fieri Sciti, Usi d'intorno errar, siccome fere, Seco ha raccolti, e sì gli scorge arditi, Che maneggiano invitti, armi e bandiere, A pena d'Asia ha soggiogati i liti, Che ne l'Europa vuol guidar sue schiere, Palme cercando in esecrabil modi; Ed or minaccia, e d
Deh! vien, Signor, dove costei ti prega; Fatti Duce de' nostri; indi repente Torna, tonando, ad Ottoman, che prende Lungo piacer de i vinti, e non t'attende.
Tre fiate Ottoman con man ferrata Di fulgida asta il corridor sospinge, E tre fiate quella selva armata D'acutissimo ferro il risospinge; Quivi Aletto di rabbia arsa infocata Pure al soccorso d'Ottoman s'accinge, I metalli sì folti ella dirada, Ed egli corse ed occupò la strada.
Vago di gloria e di virtù, sprezzai Riposo ed or ne la magion paterna, E tra queste armi di cangiar bramai Caduca vita a bella fama eterna; Or ch'io mi mora, e ch'io mi campi omai Sia cura del gran Dio ch'altrui governa: Tu, ben ti prego, ad Ottoman fa fede, Ch'io non morii dando la fuga al piede.
E che dirti degg'io? corri in battaglia; Tu de la patria, e tu di noi guerriero Posar non dei, quando Ottoman n'assaglia. Quì Trasideo non tacque: il tempo è fiero; Con torbido furor Marte travaglia Nostre speranze; e per trovar salute È da provarsi in arme ogni virtute.
Ed ei seguillo. Come seco il vede, Gli dimostra Ottoman volto giocondo, E seco parla, fin c'ha posto il piede In su la riva d'un vallon profondo. Come l'ebbe col
Più da' suoi cavalier non si difende? Del superbo Ottoman sostien l'impero? Quivi Aletto sue frodi a narrar prende: Ma ferma il guardo in volto al cavaliero, Ben osservando, s'ei consente o nega Credenza al ver, mentre le note spiega.
Ben vi dirò, che con mirabil mano Ha gran parte de' Turchi in fuga spinta L'alto AMEDEO, sicchè per lui sul piano Ed in riva del mar rimansi estinta; Ma mentre che da noi pugna lontano, Ottoman quasi nostra gente ha vinta, Se non se quanto Folco e i duci insieme Non vengon manco a le speranze estreme.
Parola Del Giorno
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