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Aggiornato: 15 maggio 2025


Così una dama scozzese di buona famiglia, dice questo storiografo, la quale aveva avuto un figlio naturale da Enrico II confessava: «Ho fatto quanto ho potuto per essere ingravidata dal re, e me ne sento onoratissima e felice; e direi quasi che il sangue reale ha un non so che di più soave del liquore comune, tanto me ne sono trovata bene; senza contare i regali che ne ho avuti», e Brantôme aggiunge: «Questa dama, come del resto molte altre, erano in questa opinione che per dormire col re, non si era punto diffamate e che sono disoneste solo quelle che si danno ai piccoli, ma non ai grandi re e gentiluomini».

Rimase nelle Langhe memoria di lei onoratissima: e si parla tuttavia di giovani, scampati per opera sua, nei due o tre giudizii di quegli anni, in cui per tutto si vedevano Giacobini e nemici di Dio e del Re, da torre di mezzo. Tra l'altre si narra la storia d'uno scuolare, che carcerato con altri molti, la marchesa gli fece dire non pigliasse altro cibo, salvo quello che gli avrebbe mandato lei.

ISOCO. Di grande animo ne' pericoli, ardita con modestia, di nobiltá umile e onoratissima nella bellezza: in un picciol corpo un gran spirito. E sappiate che di queste arti niuno le fu maestro; ché dalle fascie si portò seco simili parti da far invidia a qual si voglia principalissima gentildonna.

«Ma vi ripeto; insisteva Perpetua, ch'è onoratissima genteed andava a proseguire una filastrocca in elogio della gesuitica comitiva e del suo padrone, quando Gaudenzio, impaziente di venire in possesso della sua preda, urlava con voce stentorea: «Ma finitela, vecchia pettegola, che non siamo venuti qui per udire i vostri squarci d'eloquenza, ma per ubbidire agli ordini del reverendo Curato Cortlin, e salvare l'anima di questa sua pecorella dalle mani del demonio.» E siccome nella sua breve dimora in quella stanza, egli gi

Pareva il vicerè ignaro affatto delle vere relazioni che tra la Francia e l'Italia passavano. Non avvisava la spedizione di Russia come una guerra sanguinosissima, da cui l'Italia non s'aspettava alcun pro, e cui essa accorreva con tutte le sue forze, unicamente per la migliore satisfazione della Francia; parea quasi ch'egli la tenesse per una festa, o in certo qual modo, uno spettacolo, nel quale i Francesi teneansi certi di fare comparsa immensamente avvantaggiata, mentre gl'Italiani, gente disadatta e balorda, eranvi ammessi alla coda de' Francesi, solo perchè non se l'avessero troppo a male, e per effetto della graziosa condescenderza de' Francesi medesimi. Buon pro per l'onore italiano che i fatti parlano alto abbastanza di per , e rendono onoratissima testimonianza della bravura e della gagliardia delle soldatesche italiche. il vicerè stesso ricusava loro le lodi; ma in quel tuono con cui pronunziavale, eravi alcunchè di offensivo. Il tale corpo non mancò di coraggio, il tale altro si è diportato valorosamente, oppure si è mostrato degno di marciare a fianco dei Francesi, il tale ufficiale ha dato saggio di buon senno e di sangue freddo. Sono questi, in vero, elogi; ma chi non iscorge a prima vista che le parole, verbigrazia, di sangue freddo e di buon senno sono le più rimesse onde si possa far uso per designare il merito militare? Chi non s'avvisa che se un Francese, e non un Italiano, fossesi dovuto rimeritar di lode, sarebbero stati, invece di quei vocaboli, usati quelli d'intrepidit

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