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Aggiornato: 26 giugno 2025


Forse, Omar. Se noi siamo tanto fortunati da rompere le orde del Mahdi e di entrare in El-Obeid, chiss

Perchè correrai il rischio di farti prendere. E che importa a me quando l'avrò uccisa? Ma verrai scoperta, riconosciuta per la favorita del Mahdi e forse fucilata per . Questi inglesi non ischerzano, Fathma. Sarò prudente, Omar. Me lo prometti? Te lo prometto. Lascia fare a me. La prenderò, la trascinerò lungi dal campo e te la darò in mano legata. Ah! esclamò l'almea con feroce accento.

Ella nascose il volto fra le mani, si rovesciò all'indietro e pianse. Omar, che non riusciva a frenare egli pure le lagrime, la risollevò. Padrona, non disperarti così, non piangere. Tutto non è terminato ancora, diss'egli. Lo ritroveremo, te lo giuro, e più presto di quello che tu credi. Perchè illudermi, Omar? Non spero più; tutto è irremissibilmente perduto, tutto! tutto!

I ribelli, vedendoli venire addosso, saltarono in piedi colle lancie in aria. O'Donovan, che aveva tratto la scimitarra, ruinò in mezzo a loro spaccando nettamente la testa al primo che gli si parò dinanzi. Fathma e Omar scaricarono le loro pistole sugli altri, i quali, vista la mala parata, si affrettarono a lasciare il posto.

Zitto disse Fathma. Quello che fu fu, eppoi sono ormai guarita. Dove sono questi tuoi amici? Omar la prese per una mano e la condusse alla finestra. Guarda, le disse. Vedo due uomini. Sono i miei amici. Hai paura di discendere da questa finestra attaccata ad una corda? Discenderei appesa a un filo di seta. Quando è così non perdiamo un sol secondo.

Si dimenò per qualche tempo urlando e ruggendo come una belva, straziandosi le labbra coi denti, stringendo freneticamente le braccia di O'Donovan e di Omar che si sforzavano di tenerla ferma, poi con un improvviso scatto si alzò a sedere colle mani tese innanzi a . Ah! ripigliò ella con uno scoppio di risa convulse.

La pelle delle piante, al contatto dei carboni accesi s'annerì e si screpolò mostrando la viva carne. Basta!..... basta!..... ruggì il greco pazzo di dolore. Parlerai? gli chiese le scièk. ..... basta ira di Dio! Mille tuoni! Volete bruciarmi vivo? Vi brucieremo se non sciogliete la lingua, disse Omar, tirandolo indietro.

Fathma, Omar e O'Donovan, riparati dietro i loro cavalli sventrati dalla mitraglia, guardavano con angoscia l'assottigliarsi di quelle schiere. Mai avevano assistito ad un macello simile; mai avevano visto tanti morti e tanti feriti; mai avevano udito tuonare assieme tanti fucili e tanti cannoni; mai avevano visto tanta rabbia e tanta ostinazione.

Una cinquantina di guerreri armati di lance, di sciabole e di mazze saltò fuori dalle macchie empiendo l'aria di urla feroci. Omar e Fathma furono pronti a levarsi afferrando le pistole e la scimitarra, ma lo scièk, invece non si mosse. La caduta, la perdita del sangue e lo sfinimento l'avevano fatto svenire. Fermi tutti! gridò l'almea. Abbiamo con noi lo scièk Abù-el-Nèmr!

Fathma e Omar, dopo di essersi rinforzati con una sorsata di merissak, visto che le rive erano deserte, s'affrettarono a spingere la zattera verso quella di destra e sbarcarono caricandosi delle armi, delle munizioni e di quanti viveri potevano portare. Dove andiamo? chiese l'almea, indecisa sulla via da prendere. Questo è il bello a sapersi, rispose Omar, imbarazzatissimo.

Parola Del Giorno

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