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Aggiornato: 2 novembre 2025


Credi per certo che se dentro a l’alvo di questa fiamma stessi ben mille anni, non ti potrebbe far d’un capel calvo. E se tu forse credi ch’io t’inganni, fatti ver’ lei, e fatti far credenza con le tue mani al lembo d’i tuoi panni. Pon giù omai, pon giù ogne temenza; volgiti in qua e vieni: entra sicuro!». E io pur fermo e contra coscïenza.

Quand'ebbe detto cio`, con li occhi torti riprese 'l teschio misero co'denti, che furo a l'osso, come d'un can, forti. Ahi Pisa, vituperio de le genti del bel paese la` dove 'l si` suona, poi che i vicini a te punir son lenti, muovasi la Capraia e la Gorgona, e faccian siepe ad Arno in su la foce, si` ch'elli annieghi in te ogne persona!

Questi la caccera` per ogne villa, fin che l'avra` rimessa ne lo 'nferno, la` onde 'nvidia prima dipartilla. Ond'io per lo tuo me' penso e discerno che tu mi segui, e io saro` tua guida, e trarrotti di qui per loco etterno, ove udirai le disperate strida, vedrai li antichi spiriti dolenti, ch'a la seconda morte ciascun grida;

con atto e voce di spedito duce ricomincio`: <<Noi siamo usciti fore del maggior corpo al ciel ch'e` pura luce: luce intellettual, piena d'amore; amor di vero ben, pien di letizia; letizia che trascende ogne dolzore. Qui vederai l'una e l'altra milizia di paradiso, e l'una in quelli aspetti che tu vedrai a l'ultima giustizia>>.

Ca vui chi siti, appinata, ca parti 'u vostru?.... Non mi pari veru, ca ogne tantu haiu 'na jurnata di libirt

L'antico sangue e l'opere leggiadre d'i miei maggior mi fer si` arrogante, che, non pensando a la comune madre, ogn'uomo ebbi in despetto tanto avante, ch'io ne mori', come i Sanesi sanno e sallo in Campagnatico ogne fante. Io sono Omberto; e non pur a me danno superbia fa, che' tutti miei consorti ha ella tratti seco nel malanno.

Io era cammenante a Nnincurabbele... Ogne mumento nu sparpetulo 'e chiste... Assù, va 'o conta a n'ata parte! Me', ch'è niente... Veviteve n' ato surzo 'e mistura... (cerca Teresina) Miette cc

Gia` eran li due capi un divenuti, quando n'apparver due figure miste in una faccia, ov'eran due perduti. Fersi le braccia due di quattro liste; le cosce con le gambe e 'l ventre e 'l casso divenner membra che non fuor mai viste. Ogne primaio aspetto ivi era casso: due e nessun l'imagine perversa parea; e tal sen gio con lento passo.

ma priego che m’addite la cagione, ch’i’ la veggia e ch’i’ la mostri altrui; ché nel cielo uno, e un qua giù la pone». Alto sospir, che duolo strinse in «uhi!», mise fuor prima; e poi cominciò: «Frate, lo mondo è cieco, e tu vien ben da lui. Voi che vivete ogne cagion recate pur suso al cielo, pur come se tutto movesse seco di necessitate.

Ed elli a me: <<Vano pensiero aduni: la sconoscente vita che i fe' sozzi ad ogne conoscenza or li fa bruni. In etterno verranno a li due cozzi: questi resurgeranno del sepulcro col pugno chiuso, e questi coi crin mozzi. Mal dare e mal tener lo mondo pulcro ha tolto loro, e posti a questa zuffa: qual ella sia, parole non ci appulcro.

Parola Del Giorno

zampino

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