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Aggiornato: 25 giugno 2025


A quelle parole, accompagnate da una risata sonora dell'Illustrissimo, il segretario indietreggiò; e il giallore del suo viso, dal mento scorcio fino alla calva nuca, divenne un rosso di fuoco; chinò il capo per nascondersi, balbettò qualche scusa che finì in un sibilo strano; ed ecclissandosi dietro al corpulento maggiordomo che in quella avanzavasi, imboccò la porta e disparve.

Incrociò le mani dietro la nuca, appoggiò così la testa alla spalliera del capezzale e tentò di ricostruirsi, con tutti i più minuti particolari, quel sogno che gi

Lidia sospirò, passandosi la mano dietro la nuca a lisciarsi dei capelli che supponeva scomposti; ma come non si decideva a togliersi dalla sua positura, me le avvicinai, le tenni le mani per l'estremit

Ma il suo corpo abbandonato sulla rozza panca presso al focolare, si disegnava ancora armoniosamente, con delle linee morbide, eleganti. E i bei capelli di un biondo scuro che le si arrovesciavano sulla nuca in una massa pesante, molle, ondulata, mettevano uno strano fascino voluttuoso intorno a quella faccia pallida, segnata dalla morte.

Egli rispondeva con minore attenzione: guardava a quando a quando una ballerina sul palcoscenico, dorata dalla nuca ai tacchi, la quale danzava con infernale rapidit

Dopo agitatissimi sogni, fui risvegliato dal signor De Emma, o, per essere più veritiero, dai ferri aguzzi del suo ronzino, i quali, così, tra la veglia e il sonno, mi somigliarono ai colpi di un martello che mi battesse sulla nuca.

Maggio gliene portò un altro, e le increspò sulla nuca i fini capelli. Giugno le tolse i bavaglini e le diede un sorriso a fossette, copiato da quello di Valeria. Luglio le mise sulle labbra una parola o due. Agosto la piantò dritta ed esultante, con le spalle al muro; e Settembre la mandò coi piedini barcollanti a cadere nelle braccia tese della mamma.

Dietro il lascia gran spazio di campagna quel Rabican che corre a maraviglia. Astolfo intanto per la cuticagna va da la nuca fin sopra le ciglia cercando in fretta, se 'l crine fatale conoscer può, ch'Orril tiene immortale.

Ah! Pensando al domani, il dottore si grattava la nuca e si prometteva di vegliare una parte della notte per ripassare il suo manuale d'oculista, al quesito: cateratte, come gi

All'alba, quando scese in cucina, Petronilla, con un grande fazzoletto rosso annodato su la nuca, faceva bollire un po' d'acqua nella pentola. Petronilla disse Bonomo: oggi tu sei libera. Petronilla non mosse palpebra; solo crollò impercettibilmente le spalle. Io vado in seminario soggiunse il padrone. Vi fate prete? mormorò ella alzando gli occhi celesti. Prete, . Ella non credeva.

Parola Del Giorno

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