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Aggiornato: 14 giugno 2025
RUFINO. Ed ella, gittatasegli ai piedi con un coltello in mano, pregavalo che piú tosto che della assenzia sua della vita privar la volessi. REPETITORE. Buona nova deveno avere costoro. RUFINO. Quivi sopragiunse la serva.
Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto; ché de la nova terra un turbo nacque e percosse del legno il primo canto. Tre volte il fé girar con tutte l’acque; a la quarta levar la poppa in suso e la prora ire in giù, com’ altrui piacque, infin che ’l mar fu sovra noi richiuso». Inferno · Canto XXVII
E cosí fa Virgilio nel principio del suo Eneida: ... at nunc horrentia Martis arma, virumque cano, Troiae qui primus ab oris, ecc.; e, questi pochi versi detti, incontanente invoca, dicendo: Musa, mihi causas memora; quo numine laeso, ecc. E Ovidio, nel principio del suo maggior volume, dice: In nova fert animus mutatas dicere formas corpora;
Il buon pastor, cercando le pendici de i santi gioghi, ha con novella cura novo oggetto trovato ai suoi pensieri; nova materia ha data a le sue rime: che l'interno splendore e 'l chiaro viso de la bella Tirrenia il petto ingombro gli ha sì del suo piacer, che la sua lingua d'altro non sa parlar, nè può, nè vuole che di lei, ch'or gli siede in mezzo l'alma.
rivolsersi a la luce che promessa tanto s'avea, e <<Deh, chi siete?>> fue la voce mia di grande affetto impressa. E quanta e quale vid'io lei far piue per allegrezza nova che s'accrebbe, quando parlai, a l'allegrezze sue! Cosi` fatta, mi disse: <<Il mondo m'ebbe giu` poco tempo; e se piu` fosse stato, molto sara` di mal, che non sarebbe.
Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto; ché de la nova terra un turbo nacque e percosse del legno il primo canto. Tre volte il fé girar con tutte l’acque; a la quarta levar la poppa in suso e la prora ire in giù, com’ altrui piacque, infin che ’l mar fu sovra noi richiuso». Inferno · Canto XXVII
La turba che rimase li`, selvaggia parea del loco, rimirando intorno come colui che nove cose assaggia. Da tutte parti saettava il giorno lo sol, ch'avea con le saette conte di mezzo 'l ciel cacciato Capricorno, quando la nova gente alzo` la fronte ver' noi, dicendo a noi: <<Se voi sapete, mostratene la via di gire al monte>>.
e vidi così grandi come antichi, con quel de la Sannella, quel de l’Arca, e Soldanieri e Ardinghi e Bostichi. Sovra la porta ch’al presente è carca di nova fellonia di tanto peso che tosto fia iattura de la barca, erano i Ravignani, ond’ è disceso il conte Guido e qualunque del nome de l’alto Bellincione ha poscia preso.
Quando ebbe compiuto il suo giro, naturalmente si rammentò dell'altro suo ospite che stava solo, nell'ombra, sul terrazzo, fra la nerezza del cielo e quella del mare. Datemi il ventaglio, amico. Sentitemi.... disse lui, ancora. E la voce era così piena di dolore, che ella si arrestò. Nella sala, adesso, con la nova allegria del vino, cantavano un coro napoletano.
Tosto che parton l'accoglienza amica, prima che 'l primo passo li` trascorra, sopragridar ciascuna s'affatica: la nova gente: <<Soddoma e Gomorra>>; e l'altra: <<Ne la vacca entra Pasife, perche' 'l torello a sua lussuria corra>>. Poi, come grue ch'a le montagne Rife volasser parte, e parte inver' l'arene, queste del gel, quelle del sole schife,
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