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Aggiornato: 3 giugno 2025


Inferno: Canto VIII Io dico, seguitando, ch'assai prima che noi fossimo al pie` de l'alta torre, li occhi nostri n'andar suso a la cima per due fiammette che i vedemmo porre e un'altra da lungi render cenno tanto ch'a pena il potea l'occhio torre. E io mi volsi al mar di tutto 'l senno; dissi: <<Questo che dice? e che risponde quell'altro foco? e chi son quei che 'l fenno?>>.

Sicuro, si poteva dir questo. Ma allora.... allora sedeva sulle cose della pubblica istruzione un uomo.... e su quelle della finanza sedeva un altr'uomo.... Non li nomino, perchè, in fin de' conti, non sono essi solamente i colpevoli, e perchè troppi altri, al posto loro, avrebbero fatto lo stesso. Che serve biasimare Tizio o Caio, quando è tutta la scuola dei nostri uomini politici che ha mestieri di rinnovare il suo credo? In materia di finanza, i nostri uomini politici hanno un poco del ciabattino; voglio dire che adoperano troppo la lesina, salvo a buttarla via, ed anche a rovesciare il bischetto, in un momento di buon umore, che è per solito nella domenica del pareggio, e dura qualche volta tutto il lunedì della sbornia. In materia di istruzione, e per conseguenza anche d'arte, che cosa aspettarti da loro, se non vivono d'arte e coll'arte? Questa è libera, si capisce, e non ha più da mendicare la sua vita da un Augusto, da un Leone X. Ma qui, con buona pace dei dottrinarii, abbiamo un fatto nuovo, che non si giudica coi loro vecchi criterii. In quella guisa che le grandi reti ferroviarie e le potenti associazioni di credito hanno dovuto scrollare un tantino l'autorit

Strano un fuoco nei nostri boschi! Man mano che io mi avvicinavo, la fiamma si faceva più distinta, e gi

«Ed ella i passi vostri in bene avanzi», ricominciò il cortese portinaio: «Venite dunque a’ nostri gradi innanzi». L

Ma la fortuna, volgitrice de' nostri consigli e inimica d'ogni umano stato, assai diverso fine pose al principio. Al qual voler dimostrare, un pochetto s'amplierá la novella. Era ne' tempi del glorioso stato del nostro poeta la fiorentina cittadinanza in due parti perversissimamente divisa, alle quali parti riducere ad unitá Dante invano si faticò molte volte.

Ma ecco che si sente il suono d'un organetto, di quella fisarmonica che è l'istrumento prediletto dei nostri contadini; molti fanno cerchio, qualcuno balla. Una donna singhiozza. Le camerate sono silenziose. cercano rifugio i solitarî: coloro che vogliono nascondere il dolore.

La qual cosa ella fa, mossa e ammaestrata dalla divina grazia, quante volte è da noi lasciata esser donna e imperadrice de' nostri sensi; ma, quando la sensualitá, per le nostre colpe, la caccia del luogo suo e signoreggia ella, la ragion tace e diventa mutola, non comanda, non dispon piú secondo il suo consiglio le nostre operazioni.

Questo insomma il combattimento di Palestrina, il quale partorì vantaggi, che in parte andarono perduti a cagione del sollecito richiamo del Garibaldi a Roma, durarono però la baldanza nei nostri di vincere quante volte fossero stati messi di fronte ai Napoletani, e la facilit

Avanti contro Vienna!... Avanti! Avanti! Gli scoppi dei cannoni furibondi mi guidano. Fiamme, laggiù, lontano!... I nostri due eserciti s'avanzano scavando l'orizzonte notturno, sventrando le citt

I nostri lettori si ricorderanno senza dubbio con quali parole la sera dell'orgia si separassero questi due signori, e come l'arcivescovo, poeta famigerato ai tempi suoi e in seguito, fusse stato offeso bestialmente dal principe.

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