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Aggiornato: 3 giugno 2025
Ora i suoi milioni sono il frutto di quel deposito; son dunque nostri, e dobbiamo ad ogni costo riaverli, sia che egli faccia voi suo erede, la qual cosa mi pare molto difficile e fors'anco un tantino pericolosa, o che Aloise di Montalto diventi uno dei nostri, e si rassegni a spartire con noi. Eh, figliuol mio, non mi crollate il capo a quel modo! Se ne son vedute tante, in questo mondo.
Ma la faccenda si crede altrimenti. Il rapporto ufficiale consegnato al ministro della guerra romano racconta come i nostri al comparire dei Francesi gl'intimassero lo stare; l'Oudinot negò; interrogando con quale argomento lo impedirebbero essi risposergli: con la forza; di qui mano alle armi, e i Francesi fuggirono, non gi
Quale fu lo stupore dei nostri quando gli esploratori vennero indietro annunziando che la citt
Allora saremo felici, realizzeremo i nostri voti. Quali?
«Leva la testa e fa che t’assicuri: che ciò che vien qua sù del mortal mondo, convien ch’ai nostri raggi si maturi». Questo conforto del foco secondo mi venne; ond’ io leväi li occhi a’ monti che li ’ncurvaron pria col troppo pondo. «Poi che per grazia vuol che tu t’affronti lo nostro Imperadore, anzi la morte, ne l’aula più secreta co’ suoi conti,
Nella stessa maniera che l'autore tedesco si è manifestamente giovato d'altri libri consimili inglesi e francesi, giovisi nel suo lavoro il compilatore italiano di que' soccorsi che l'arte dell'educazione ha resi abbondanti a' dí nostri; e, conservato tutto il buono che pure è molto del libretto tedesco, vi tolga e vi aggiunga quel tanto ch'è necessario a renderlo veramente vantaggioso alla prima istruzione de' ragazzi.
E voi avete a fronte una forza seminata di ungaresi; e sapete che son nostri; nostri il primo giorno che l'insurrezione si mostrer
l'eterno e le morte stagioni e la presente e viva e il suon di lei...; la quale un giorno sarebbe parsa ad altri altrettanto remota quanto pareva a me quella dello splendore delle Terme. Ahimè! Che poca cosa ci paiono anche i nostri trionfi e le nostre gioie nazionali davanti a questi cimiteri di secoli! Erano le tre dopo mezzogiorno.
In mezzo alle piante secolari si vedeva sorgere una chiesetta circondata da cappelle, poi, accanto, una casa e un cortile con un gran porticato che pareva un convento. Ci sono i frati? chiese Vittorio. No, rispose Damiati, c'è soltanto un custode che si fa chiamare col nome di eremita, ed è infatti un eremita dei nostri tempi.
Quando parla così, ha ragione, signore! riprese il negoziante: mi scusi, veda, mi scusi un po', se ho dimenticati i riguardi; vede bene, noi contiamo sui crediti grossi; sono i nostri capitali. Ma le ripeto, mi perdoni; e se mai non le tornasse comodo così subito, aspetterò qualche giorno ancora. No, no, venite pure domani.... vi aspetto e vi saluto.
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