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Niccolò Macchiavelli nacque, come si direbbe oggi, di buona famiglia: la casa non era ricca, il padre morì presto. Non si hanno del giovine le solite notizie profetanti un grande avvenire; fu educato assai bene come usavasi allora che la coltura era al tempo stesso distinzione e passione di classe. Michelangelo a ventinove anni aveva gi

Or sulla prima di queste epistole è da notare che Pietro allega la sola fallace e ignota ragione della concessione di papa Niccolò terzo, non accennata da lui nel manifesto scritto d'Affrica a Eduardo, docum.

E il primo è il silenzio di Niccolò Speciale, Saba Malaspina e Bernardo d'Esclot, che trattan tutti i particolari dell'avvenimento di re Pietro in Palermo; e il d'Esclot, cap. 91, dice del parlamento, e dell'omaggio fatto al re, e del banchetto che seguì; ma non fa parola punto poco del coronamento, che in que' tempi, come sa ognuno, era tenuto essenziale e impreteribile.

In Pistoia da poco tempo si eran rifugiati alcuni parenti del cardinal Niccolò da Prato; astretti a partir dalla terra natale, poichè col

Eminenza, favellò il cardinale Sforza al cardinal Cinzio, eccovi il vostro fazzoletto, che vi ho raccolto per terra; ne avrete bisogno per asciugarvi le lacrime. Io? Io non patisco di pianto. Però l'arringa dello avvocato Niccolò mi è parsa concludente assai; la perorazione poi senza dubbio felice.

e Niccolo` che la costuma ricca del garofano prima discoverse ne l'orto dove tal seme s'appicca; e tra'ne la brigata in che disperse Caccia d'Ascian la vigna e la gran fonda, e l'Abbagliato suo senno proferse.

Nel 1453, Stefano Porcari, un gentiluomo romano, che poc'anni addietro, nell'interregno della elezione di Niccolò, avea propugnati i diritti di libertá del popolo romano, fece una congiura di fuorusciti, rientrò con trecento una notte in una casa; fu tradito, accerchiato, preso, appiccato.

Relazioni straniere di Carlo I d'Angiò. Crociata e trattato di Tunisi. Carlo aspira all'impero greco. S'ingrandisce in Italia. È raffrenato da Gregorio X. Disegni di Niccolò III e nimist

Ma incalcolabilmente superiore ai condottieri del tempo, che dagli splendori di Francesco Sforza e di Niccolò Piccinino precipitavano all'ultima decadenza, egli fu un politico profondo come i migliori veneziani, efferato come tutti i tirannelli di allora.

Monsignor Volpi di Como gli diede la parrocchia di Sessa: indi compreso di che gran parti egli fosse in sapere, in saviezza, in cristiana prudenza, lo chiamò arciprete di Sondrio. Peso enorme a quei . Il predecessore suo Niccolò Pusterla era stato, con sei zelanti cattolici, rapito in prigione, e col