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Aggiornato: 23 giugno 2025
Anche questa! o che diavolo; anche questa mi doveva capitare! brontolava. E giù, febbrilmente, sdrucciolando su l'erba umida, incespicando nei sassi, brancolando tra le siepi ed i muri. Sudava dal capo ai piedi e lo squadrone andandogli nelle gambe minacciava di farlo cadere a precipizio. Passò davanti la casa di suo cognato; era chiusa e non potè entrare. Chiamò leggiermente: Giuseppe!
Passiamo molte ore a veder lavorare i pittori. L'Ussi ha fatto un bello schizzo del gran ricevimento, in cui è colta meravigliosamente la figura del Sultano; il Biseo, pittore valentissimo d'architettura orientale, sta copiando la facciata della casetta del giardino. Bisogna sentire, per divertirsi, i soldati e i negozianti di Fez che vengono a vedere quel quadretto. Vengono in punta di piedi alle spalle del pittore, guardano facendo cannocchiale della mano e poi quasi tutti si mettono a ridere come se avessero scoperto qualche grande stranezza. La grande stranezza è che nel disegno il secondo arco della facciata è più piccolo del primo, e il terzo più piccolo del secondo. Digiuni come sono d'ogni idea di prospettiva credono quella ineguaglianza un errore, e dicono che i muri sono storti, che la casa balla, che la porta è fuori di posto, e ne fanno le alte meraviglie, e se ne vanno dando di ciuco all'artista. L'Ussi è più stimato dopo che si sa che è stato al Cairo e che ha dipinto la partenza della grande carovana per la Mecca, d'incarico del Vicerè, che gli diede quindicimila scudi. Dicono però che il Vicerè è diventato matto a pagare quindicimila scudi un lavoro in cui, a metter molto, l'artista avr
La giornata splendeva; quell'ultimo periodo di decembre recava la stupenda fragranza dei giardini tempestati di rose, le quali traboccavan fin dai muri di cinta per una catena ininterrotta di colori diversi, di diversa ricchezza.
Il padrone si gettava contro i muri, le porte, le sedie e quanto gli stava davanti, e slanciava dei calci, che quegli oggetti inanimati non sentivano.... e il domestico non li sentiva nemmeno.... E poi dicevano che era un imbecille!
La chiesa la dominava, da una specie di alta terrazza alla quale si saliva per una larga gradinata: una chiesa severa come un castello, munita di due campanili che parevano torri, coi muri disadorni anneriti dall'et
A furia di sentirmi ripetere da tutti che sono un innamorato infelice, a furia di esser costretto, dalla mattina alla sera e dalla sera alla mattina, a dover pensare incessantemente alla mia fantastica disgrazia... Bene, bene! Ho capito! Darei la testa ai muri! Vuol dire che era destinato così. Risp
Mi arrabbio seriamente! Suggestione, sì, caro Bedini. E se volessi darti a intendere che ne sia dispiacente, mentirei. Dicevo: darei la testa ai muri pensando alla figura che farò presso molte persone... Ma, infine, che dovr
Quattro muri chiudono un rozzo altare davanti a cui una povera lampada arde della fede di tanti cuori. La scienza non è mai salita fin lassù, e il dubbio, se mai vi passa stanco e perduto, si arresta volentieri a riposare sulla porta.
Sopra di lei un tetto di tela grigia, intorno a lei dei muri di tela grigia... Ah, ma i muri ondeggiavano, si aprivano un poco, e lasciavano penetrare la luce. Valeria vide delle case che passavano... e dei pezzi di negozio... e delle persone... La portavano per la strada... Che cosa aveva alla bocca?
Ed eran quel silenzio e quella pace che in te bevevo a sorsi larghi e puri; e il bacio amavo su’ tuoi vecchi muri de l’edera tenace. L’antico tempio, presso l’ospedale, svolgea sue linee semplici e divine. Per due bifori in alto, snelle e fine, rideva il ciel d’opale.
Parola Del Giorno
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