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Aggiornato: 13 maggio 2025
Aguilan, più nobile, avea perduto alquanto di quella sanguinosa fierezza che distingue i gauci¹ del Rio della Plata, in guerre continue, ed altro non mangiando che carne macellata da loro stessi. Non così Costa, il mulatto, di carattere scherzevole, siccome col pericolo, scherzava anche con un nemico prima di spogliarlo. ¹ Uomini vaganti nelle immense campagne dell'America meridionale.
Viveva nell'anno di grazia 1844 un uomo bizzarro; esso aveva un profilo di razza diverso dalla nostra, portava nell'animo il pensiero d'un secolo diverso. La sua testa era da mulatto e la mente da medio evo. Pareva quasi un rampollo degli antichi romanzatori un discendente di Roberto di Jersey, di Arnaldo Daniello, di Bernardo Ventadour. Egli era uno di quegli esseri fantastici e visionari perennemente assorti in una chimera, dimentichi della realt
Giorgio il Mulatto di Alessandro Dumas?... è bello? domandò la signorina entrando nel casotto con Sandro e leggendo il titolo di un libro della biblioteca circolante, rimasto aperto, sopra un palchettino. Bello o brutto, non fa per lei! esclamò la miss, strappando il libro di mano alla fanciulla.
Tutti parlavano, ed era una conversazione in dieci lingue, accompagnata da risate, canterellamenti e nitriti. Davanti a noi cavalcava il portabandiera, seguito da due soldati della Legazione d'Italia; dietro venivano i cavalieri della scorta, guidati dal generale mulatto, coi fucili ritti sulle selle; dai lati uno sciame di servi arabi a piedi.
La scena se non fosse stata tragica, era burlesca, ed il povero ferito dovette veramente la vita alla bravura del cavallo legato. Una voce autorevole giunse al Costa. Il mulatto ricordossi ch'egli apparteneva a gente che non colpiva i caduti, ed il ferito fu salvo. Comunquesia un pittore avrebbe trovato nella scena descritta da fare un quadro tragicomico non indifferente.
Intorno a noi, a pochi passi di distanza, stavano seduti i servi, ciascuno tenendo in mano le briglie d'un cavallo o d'una mula. I pittori tirarono fuori i loro album per fare qualche schizzo. Tempo perso! Appena uno di quegli scamiciati si vedeva guardato, o voltava le spalle o si nascondeva dietro un albero o si tirava il cappuccio sugli occhi. Tre, l'uno dopo l'altro, s'alzarono e se n'andarono brontolando a sedere cinquanta passi più lontano, tirando con sè i loro quadrupedi. Non volevano nemmeno che fossero copiati gli animali. Chi non ha visto il signor Biseo in quei momenti, non ha mai visto in faccia la Stizza. Cercò di farli star fermi pregandoli, canzonandoli, offrendo danaro. Fiato sprecato. Rispondevano facendo cenno di no colla mano, indicando il cielo e sorridendo furbescamente come per dire: Non siamo così gonzi! Nemmeno il ragazzo mulatto, nemmeno i soldati della Legazione, cresciuti, si può dire, in mezzo agli Europei, e gi
Il mulatto, arrivato a terra, mi scaricò nelle mani d'un altro facchino arabo, il quale, infilata una porta della citt
Mi voltai: mi vidi in faccia il generale mulatto. Appena mi vide, ritirò la mano, dando in una risata, e disse in tuono di scusa: Salamu alikum, salamu alikum! M'aveva preso per un ladro. Gli strinsi la mano in segno di riconoscenza e mi rimisi in cammino. Fatti pochi passi, mi parve di vedere a una certa distanza dalle tende un uomo incappato, seduto in terra, col fucile in mano.
Un povero mulatto, ferito in una coscia e caduto trovasi disgraziatamente davanti al cavallo di Costa, che rabbioso d'esser giunto tardi sul campo di battaglia, voleva ad ogni costo mojar¹ la punta della lancia. Invano il caduto supplicava il feritore; Costa si ostinava sempre più a dar delle lanciate, ma non poteva mai raggiungere il corpo del nemico e la ragione n'era ovvia.
Le signore furono portate via sulle seggiole come in trionfo, ed io feci la mia entrata in Affrica a cavallo a un vecchio mulatto, col mento inchiodato sul suo cocuzzolo e le punte dei piedi nel mare.
Parola Del Giorno
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