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Aggiornato: 2 giugno 2025


Coi pieni poteri del generale Morra di Lavriano ci fu un miglioramento? Ecco il giudizio, da nessuno contraddetto, dello stesso on. Comandini: «Io ho trovato che la fiducia nei funzionari amministrativi era scossa, e quando ho indagato se sua Eccellenza il regio Commissario straordinario si fosse insediato a Palermo con uno speciale gabinetto politico, sapete voi quale Gabinetto politico ho trovato? Ho trovato un Gabinetto composto di un militare e di due civili, perfettissimi gentiluomini, giovani di grande e buona volont

Ma se l'on. Crispi si accorse in tempo che il Generale Morra non rispondeva alle esigenze imperiose della difficile situazione, perchè non lo rimosse dall'ufficio? Forse temette di attentare alla reputazione della propria infallibilit

Dunque morrá di fame chi potrá dar pastura a mille occhi affamati della sua vista? Sta dunque prigione la vindice della mia libertá e che può carcerar mill'anime con la sua bellezza? tu serrata in tenebre, di cui gli occhi luceno piú d'ogni sole? e dove tu non sei, ivi son oscurissime tenebre? Morrá Melitea, e io resterò vivo?

Certo è che egli ne ha annunziati e disciplinati non pochi; e tanto ha disciplinati alcuni municipî, che alcuni si sono fatti spontanei iniziatori della sottoscrizione di un indirizzo che suona protesta contro le irriverenti parole pronunziate dal Cavallotti nella Camera dei deputati proclamante la benemerenza del generale Morra di Lavriano e della Mont

E il generale Morra non si contentò di lasciare al loro posto quegli amministratori, che avrebbe dovuto punire quale causa vera e diretta dei tumulti, ma si rese loro complice, e somministrò loro gli strumenti per consolidarsi al potere, fare le proprie vendette e continuare nella dilapidazione e nella oppressione dei lavoratori, e dei vinti avversarî.

Si mentirebbe e si calunnierebbe il Presidente del Consiglio dei ministri se si dicesse che egli sia rimasto contento e soddisfatto del modo come il generale Morra ha adempiuto alla delicatissima e grave missione affidatagli. Si assicura che egli si sia accorto in tempo della cattiva scelta fatta e che non abbia nascosto il suo malumore.

Gl'Italiani e la storia sono e saranno inesorabili verso il generale Morra, non solo per quello che non ha fatto, ma ancora e di più per quello che fece, poco, , ma cattivo assai. Date le cause dei tumulti di Sicilia, s'intende che chi voleva fare opra degna di lode e duratura doveva porre ogni suo studio nella loro eliminazione e nella riparazione.

«Conveniva e conviene rimuovere le cause dei tumulti siciliani, le quali ormai sono note; conveniva e conviene migliorare le condizioni dei lavoratori siciliani. «Ma questo è avvenuto, che come il generale Morra si è manifestato impari alla missione che gli era stata affidata, così questa legge dei latifondi siciliani è rimasta indiscussa per la chiusura della Camera.

E disgraziatamente l'on. Crispi subito dopo aver manifestato tanti propositi belli cominciò ad agire come avrebbe potuto fare chiunque avesse ignorato le vere condizioni della Sicilia. L'on. Giolitti non aveva saputo escogitare in prò dell'isola che la istituzione delle zone e sotto zone militari; l'on Crispi, mutando subitamente pensiero, con lo Stato di assedio annunziato e proclamato il 4 Gennaio, pose la Sicilia sotto il comando assoluto e incontrollabile del generale Morra, conte di Lavriano e della Mont

Si comincia col reale decreto del 3 gennajo 1894, contro firmato dal Consiglio dei ministri col quale si proclama lo Stato d'assedio in tutte le provincie della Sicilia; vi si nomina Regio Commissario straordinario con pieni poteri il tenente generale Morra di Lavriano e della Mont

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