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Aggiornato: 24 giugno 2025


Più tardi quando il professore andò dai Morandi a dar lezione a Carlo, egli diede maggiori ragguagli. Gli operai avevano preso il pretesto da una multa, che il direttore aveva inflitta ad uno di loro, per chiedere aumento di paga e diminuzione delle ore di lavoro, e non avendo ottenuto nulla, quella mattina non erano andati alla fabbrica.

In villa Guerini erano stanchi di star chiusi come in prigione, e di non veder una fine a quella condizione di cose, ed essere costretti a vivere sempre nell'ansia dell'incertezza; per fortuna avevano la famiglia Morandi e il professore Damiati che passavano quasi tutta la giornata con loro, e ciò li confortava, ma il signor Guerini era stanco, scoraggiato, di cattivo umore.

Quelle sono persone felici! disse sospirando Elisa, e si rassegnò a tornarsene a casa, ma tenne il broncio per tutto il giorno, tanto che Vittorio si maravigliava che l'Elisa si rattristasse tanto per la partenza di Angiolina. La mancanza di Angiolina era tanto sentita da tutta la famiglia Morandi, che pareva fosse partita, assieme alla fanciulla, anche una buona dose d'allegria.

Maria, una bella fanciulla di diciassette anni, colla faccia di madonnina e gli occhi espressivi, gli si avvicinò e mettendogli le braccia intorno al collo disse: Babbo, tu pensa al tuo ufficio; ai ragazzi penserò io. Il signor Morandi la guardò in faccia per accertarsi se dicesse da vero, ed esclamò: Che cosa puoi far tu che sei quasi una bimba?

Un giorno Angiolina, mentre la mamma faceva andare il pedale della macchina da cucire, stava mettendo in assetto la cucina e lavando le stoviglie che avevano servito pel pranzo, quando sentì bussare all'uscio e fu tutta sorpresa di trovarsi in faccia alla Maria e all'Elisa Morandi. Mamma, disse, c'è qui l'Elisa Morandi colla signorina Maria.

Guai se non avessero avuta la compagnia dei Morandi, che da buoni amici erano venuti tutti i giorni a confortarli ed a tener loro compagnia! Che buone persone! diceva la signora Guerini parlando dei loro vicini non c'era da divertirsi alla villa in questi giorni, eppure sono sempre venuti.

Parlarono dei bimbi e del modo di educarli: egli si mostrava impensierito, perchè ai suoi figli piacevano troppo i divertimenti e poco lo studio, e mostrò il desiderio che frequentassero casa Morandi, dove sapeva che i ragazzi erano studiosi e passavano le giornate occupandosi.

Benchè essa sembri contenta della sua sorte, io la compiango; e quando ho veduto la sua casa, ho pensato quanto io sia felice d'avere una mamma come te, che pensa a farmi star bene, e degli amici come i Morandi che mi fanno tanto divertire. Se vedessi la casa di Polentina!

Da leali cavalieri! Io fo voto che la mia vi porti fortuna. Ma non basta, signori? si provò a dire il Morandi. Pare di no: disse il Cig

Tutti vollero accompagnarla alla stazione, e darle qualche ricordo: Vittorio le regalò un libro, Giannina le porse un mazzo di fiori, Mario le regalò un disegno che rappresentava tutta la famiglia Morandi in lagrime per la sua partenza. Essa era turbata e non trovava più parole per ringraziare. È troppo, è troppo, grazie, continuava a dire, quanto siete buoni!

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