Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !

Aggiornato: 18 giugno 2025


I più camminavano scalzi, molti non d'altro coperti che d'un sacco; alcuno ripeteva ad alta voce il rosario, e un disaccordo di voci piagnolose gli rispondeva: altri intonavano lo Stabat Mater e i salmi del re penitente: o mormorando in tono compunto il Miserere, ad ogni verso si percotevano le spalle con flagelli di corde aggruppate: alcuno, quasi ciò fosse poco, ravvolto sino al capo in ruvido traliccio e cosperso di cenere, si avviava lento con dietro due o tre famigli e confratelli, che tratto tratto gli scagliavano sul dorso staffilate a tutta forza.

Tutte dinanzi al Crocifisso nostro andiamo ad intuonare il Miserere, perché la sventurata questo chiostro soffra con pace, e a noi la lasci avere. Marfisa ha nero il cor piú che l'inchiostro: la rabbia l'avea priva del vedere. Le monachette dietro a quella santa andâro a salmeggiar dove si canta.

Ne l’ordine che fanno i terzi sedi, siede Rachel di sotto da costei con Bëatrice, come tu vedi. Sarra e Rebecca, Iudìt e colei che fu bisava al cantor che per doglia del fallo disse ‘Miserere mei’, puoi tu veder così di soglia in soglia giù digradar, com’ io ch’a proprio nome vo per la rosa giù di foglia in foglia.

Sarra e Rebecca, Iudit e colei che fu bisava al cantor che per doglia del fallo disse 'Miserere mei', puoi tu veder cosi` di soglia in soglia giu` digradar, com'io ch'a proprio nome vo per la rosa giu` di foglia in foglia. E dal settimo grado in giu`, si` come infino ad esso, succedono Ebree, dirimendo del fior tutte le chiome;

Ne l’ordine che fanno i terzi sedi, siede Rachel di sotto da costei con Bëatrice, come tu vedi. Sarra e Rebecca, Iudìt e colei che fu bisava al cantor che per doglia del fallo disse ‘Miserere mei’, puoi tu veder così di soglia in soglia giù digradar, com’ io ch’a proprio nome vo per la rosa giù di foglia in foglia.

Il canto mortuario del miserere che saliva sulla scala, e di a poco il chiarore dei ceri, che apparve oltre il cancello, annunziarono l'arrivo della compagnia di San Giovanni Decollato. I confratelli incappucciati entrarono nel camerone. Uno dei confratelli teneva inalberato il lugubre vessillo della compagnia, che porta dipinto nel drappo nero una testa recisa.

Nella nostra cappella al ponte Sisto arrivava dalla chiesa superiore la voce dei preti che andavano salmodiando: «Domine! Domine! Misererequasi voce delle anime che in purgatorio vanno cantando miserere verso a verso.

Altro non c'è che la prudenza mia, talor, che mi trattenga, e non trabocchi e non gli mandi con le mostacciate a intrattener le monache alle grate. Avea Marfisa una sua cameriera molto fedele alle cose importanti, che portava le lettere la sera, dicendo il Miserere, a' suoi galanti. Ipalca ha nome, e talor si dispera, perché i viaggi eran lunghi e pesanti.

Il superiore vi acconsentì, e la processione funebre s'incamminò a quella volta. Il venerando padre, seguito da molti preti, venne a riceverla alla porta. Il canto del Miserere, il suono dell'organo, che rimbombò in chiesa quando vi entrò la bara, i passi vacillanti, e l'aria abbattuta di Emilia, avrebbero strappato le lacrime ai cuori più duri; ma essa non ne versò neppur una.

Se non avesse dovuto star sulle sue per cagione della cambiale, anche a Maddalena sarebbe scappato da ridere a veder l'entusiasmo del bell'ufficiale. Suo marito, con quella faccia da miserere, che, cosa aveva capito, lui, della gran fortuna che gli era toccata? E invece, quel mostro, come sapeva fare! I gran signori erano proprio di un'altra razza, tutta diversa.

Parola Del Giorno

caracteribus

Altri Alla Ricerca